ELEZIONI
Dalle 7 alle 17 non si sono mai fermati. Per il presidente e i due scrutatori del seggio «volante» Covid è stata una domenica passata in auto, a rimbalzare da una parte all'altra della città per permettere a una ventina di positivi di poter votare al referendum e alle amministrative. «È stata una giornata sotto il sole e anche sottovuoto. La tuta sembrava uno scafandro, ma è stato un piccolo sacrificio necessario».
Pasqualino Filandro è il presidente del seggio che ha permesso ai pazienti Covid di votare direttamente da casa. Volontario della Protezione civile, come i due scrutatori al suo fianco, ha macinato chilometri a bordo di una Panda messa a disposizione del Comune.
«Prima di suonare il campanello dell'elettore iniziava la procedura di vestizione. Tuta, mascherina, guanti, visiera e anche calzari. In dieci minuti eravamo pronti. Ad ogni votazione ci svestivamo, per indossare protezioni nuove all'appuntamento successivo».
I primi ad aprire la porta di casa al seggio volante Covid sono stati gli anziani, «abbiamo cercato di dare precedenza a loro», e poi sono venuti tutti gli altri. «Finito il giro, verso le 15, siamo andati al seggio speciale dell'ospedale, per consegnare le buste con le schede al presidente di seggio».
Al giornale però sono arrivate diverse lamentele di positivi al Covid che non hanno potuto votare, in quanto hanno scoperto di essere malati dopo giovedì, termine ultimo per prenotare il seggio volante. Sul tema era anche intervenuta Europa verde, che invitava il Comune a garantire il diritto di voto a tutti e di superare questo «vulnus democratico».
P.Dall.
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