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Assolto

Accusato di stalking si difende: «Ero geloso di mia figlia»

Accusato di stalking si difende: «Ero geloso di mia figlia»

21 Giugno 2022, 03:01

Geloso sì, ma della figlioletta. Non dell'ex moglie più giovane di una ventina d'anni, con la quale era finita da un pezzo. Semmai, a suo dire, era stato per lei, per la bambina, che a volte l'uomo si era fatto notare nei pressi della donna dell'Est sposata dopo un breve fidanzamento e dalla quale, dopo un quasi altrettanto breve matrimonio, si era separato e divorziato nel 2012. Un paio le denunce rimediate dall'ex marito - un settantenne di origini meridionali - per questi appostamenti-pedinamenti: la prima, basata su un numero maggiore di episodi, datata 2010 (e per questo caduta in prescrizione); la seconda del 2014.

Due, in questa denuncia, gli incontri «troppo ravvicinati» descritti dall'ex moglie: senza minacce né offese. Lei raccontò ai carabinieri di aver visto il padre di sua figlia all'uscita dal lavoro, di essere stata seguita da lui fino al bar nel quale consumava il pranzo e poi di essere stata tallonata di nuovo fino in ufficio. Comportamenti ai quali non ne seguirono altri, ma che le ingenerarono ansia e preoccupazione. Gli stessi disturbi con i quali l'uomo ha cercato di spiegare il perché delle proprie azioni. «Ho solo più volte chiesto alla mia ex moglie di lasciare nostra figlia al di fuori delle sue nuove relazioni sentimentali - ha dichiarato l'imputato assistito dall'avvocato Claudio Pini -. Non riuscivo a fare finta di niente». Un paio di volte lo fece presente anche all'allora compagno della donna (che, chiamato a testimoniare, ha confermato).

Il giudice Gennaro Mastroberardino ha assolto l'imputato dall'accusa di stalking perché «il fatto non sussiste», dopo che il pm Lino Vicini a carico del settantenne aveva chiesto un anno e 8 mesi di reclusione. Ma il pensionato doveva difendersi anche dall'accusa di mancato versamento dell'assegno di mantenimento della figlia. «Cercavo di comprare e consegnare direttamente a lei quanto le servisse: temevo che la madre non gestisse bene il denaro» ha dichiarato l'imputato, prima di ammettere di aver dovuto affrontare anche difficoltà economiche. Il giudice lo ha condannato a tre mesi, in continuazione con i sette della sentenza di un precedente processo, sempre per lo stesso reato. Il risarcimento economico per i mancati versamenti dovrà essere quantificato in sede civile.

rob.lon.

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