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Live al Parco Ducale

Fabri Fibra: «Tenetevi pronti, stiamo arrivando»

Fabri Fibra: «Tenetevi pronti, stiamo arrivando»

11 Luglio 2022, 03:01

Messaggio per i fan: «Tenetevi pronti, stiamo per arrivare col live rap più potente d’Italia. Sono cresciuto con i video su Mtv di Yo Rap e questo porteremo a Parma, un dj e rapper al microfono... non serve altro, se non un’idea, la motivazione».

Caos Tour sia, dunque: parola di Fabri Fibra, 45enne senior del rap italiano, che aprirà domani la seconda settimana di Parma Città della Musica, al Parco Ducale.

L'album «Caos» è da poco disco di platino, vanno forte gli ultimi singoli usciti, «Propaganda» e «Stelle».

Ecco «Propaganda»: uno di quei brani che sembrano nati per rimanere impressi. Come è arrivato? Come è stata l'intesa con i «leggerissimi» Colapesce e Dimartino?

«Avevo visto un video di Colapesce e Dimartino, «Noia mortale», e mi piaceva l’idea di averli nel ritornello di «Propaganda» scritto da Davide Petrella; mi sembravano perfetti, credibili senza «appesantire» il concetto. Mentre Maurizio Carucci mi ha proposto il ritornello di “Stelle”: mi ha colpito il contrasto tra la leggerezza della melodia e l’introspezione del testo; come a dire che l’estate è l’unico momento in cui siamo noi stessi, per tutto il resto dell’anno indossiamo una maschera».

«Propaganda» racconta di un uomo destinato a rimanere deluso dalla politica. E' uscito in marzo. In giugno molti italiani non si sono recati alle urne: sono i delusi di «Propaganda»?

«Sì, anche. “Propaganda” ha un altro livello di lettura ancora, racconta di questo momento storico in cui ognuno di noi, con i social, fa la propria propaganda personale e cerca di trasmettere un sé più felice, più realizzato».

Per l'album Caos, il decimo, ha collaborato anche con Marracash. Come nasce un buon «feat»?

«Secondo me, non è l’artista a decidere le collaborazioni ma sono le canzoni stesse. Ad esempio, quando in studio è nata «Noia», ho pensato di coinvolgere Marracash perché avevo affrontato spesso con lui l'argomento».

A che punto sta il rap? Meglio «puro» o quando incrocia altri linguaggi?

«Una volta in Italia i ragazzi volevano fare i calciatori, oggi vogliono fare tutti i rapper, quindi, è un po’ questa la risposta. Meglio “puro” o con altri linguaggi? Entrambi. Ogni artista ha la propria cifra stilistica, no? C’è chi è più predisposto ad aperture, chi preferisce rimanere nella formula classica, chi prova entrambe le cose; va bene tutto».

Lei arriva dalla provincia, Senigallia per la precisione, gente che «sgobba» lontano dai riflettori. Com'è stato il suo tragitto?

«Vengo da Senigallia ma in realtà l’ho vissuta poco. Mi sono sempre diviso tra casa e studio... che poi mi ero creato uno studio in casa. Eppure, nella vita avevo provato a fare tutt’altro, lavorare in azienda, andare all'estero, perché non credevo di poter vivere di musica, raggiungere una stabilità economica così. È accaduto esattamente il contrario e mi sono ritrovato a guadagnare con il rap, assurdo no? Ecco, credo che, alla fine, è la vita che ti mette dove devi stare. Sono passati vent’anni, lavoro tanto e sono riuscito a raggiungere risultati che spero possano essere d’ispirazione per altri... Se sono riuscito io, contro tutte le aspettative...».

Il concerto di Fabri Fibra inizia alle 21. Il 14 luglio ci sarà Irama, il 19 luglio Sting Per informazioni: 0521.993628, info@puzzlepuzzle.it, info@parmacittadellamusica.it.

Mara Pedrabissi

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