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Due condanne

Escort o casalinga annoiata, ma sempre ricattatrice

Escort o casalinga annoiata, ma sempre ricattatrice

di Roberto Longoni

13 Luglio 2022, 03:01

Finivano ancora prima dei preliminari i roventi incontri annunciati su Internet da una lombarda 33enne che a volte si spacciava per escort e altre per casalinga annoiata. Di punto in bianco, dalle promesse di sesso (teorico) si passava alle minacce. «O versi quanto ti chiedo sul conto Postapay che ti segnalo o rendo pubbliche le nostre conversazioni su Whattsapp» veniva intimato al malcapitato. Se l'uomo in questione era in cerca di avventure mercenarie, la tariffa pattuita diventava somma base del ricatto. Se invece si era proposto come protagonista di una storia adulterina, le cifre variavano in base alle necessità del momento. Bisogni misurati di volta in volta dalla «signora» in questione e dal suo partner, anch'egli milanese, un anno più di lei.

Una catena di montaggio dell'estorsione, quella ideata dai due, che con questo sistema hanno colpito in parecchie città d'Italia, quasi sempre del nord. Molte le denunce a loro carico: ed è facile immaginare che i più abbiano preferito pagare e tacere, sperando che anche la «controparte» facesse altrettanto. Fondamentale era il timore che dei piccanti contatti (virtuali) venissero a conoscenza le mogli, le compagne o le fidanzate di chi aveva abboccato all'esca degli annunci online.

Nella rete finì anche un parmigiano anni fa. Un uomo sulla quarantina che, colpito dalla provocante immagine pubblicizzata su un sito specializzato, contattò la procace fanciulla. Scrisse a ruota libera, contrattando e specificando le proprie preferenze. Fino a vedersi costretto a versare 150 euro sul conto di un presunto complice dei due, un 49enne che verrà giudicato in un altro processo. Gli estorsori non erano avidi, almeno all'inizio. Al massimo chiedevano 400 euro, promettendo di cancellare i messaggi in questione dopo il primo versamento. Peccato che, regolarmente, evitassero di farlo. Presto tornavano alla carica: e se non bastavano quelle di esposizione al pubblico ludibrio (e ancora di più alla furia coniugale), entravano in scena anche le minacce di altri incontri ravvicinati: ma a base di bastonate.

Anche questo dovette subire il parmigiano che, anche per evitare di essere schiavo per sempre degli estorsori, decise di denunciare. Le indagini permisero di individuare presto i due. Anche perché si trattava di una coppia tutt'altro che sconosciuta, come dimostrato dalle pagine di precedenti. I due sono reclusi dal dicembre scorso, dopo la condanna del Gip di Verona per un'estorsione analoga a quella parmigiana (ma qui con richiesta di 400 euro). Giudicati con rito abbreviato, sono stati condannati a 4 mesi e 500 euro di multa, tenuto conto della continuazione. Ma a sommare le sentenze, i 4 mesi portano le loro pene complessive a 8 anni e 11 mesi (mentre la multa arriva a 11.150 euro). A furia di continuazioni.

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