Lutto
Bibbiano Aveva l'arte nel sangue, Francesco Musi. Da un blocco di pietra sapeva ricavare il ritratto di Madre Teresa di Calcutta. Di fronte a un tavolo finemente decorato, sapeva riprodurre fedelmente i pezzi mancanti. E amava la tecnica, tanto da costruire con le proprie mani gli attrezzi che gli servivano. Così ad esempio un vecchio tagliaerba poteva trasformarsi un piccolo spalaneve. Francesco Musi se n'è andato ieri all'età di 91 anni. Abitava a Bibbiano dal 2006 ma era montecchiese doc. Era nato il 10 agosto 1931 a Montecchio «in piazza vecchia» (vicino alla Madonna dell'Olmo) in una famiglia di mezzadri. Prima il lavoro nei campi, poi una vita nel campo della falegnameria; l'ultimo impiego alla Gam&Gam. Era giovanissimo durante la Seconda guerra mondiale, che ricordava spesso attraverso aneddoti su quei terribili anni. Nel 1956, il matrimonio con Gianna Copellini.
Ma è la passione per l'arte che ha reso noto Musi (che gli amici chiamavano Bruno) in tutta la Val d'Enza e oltre. Negli anni ha partecipato alle attività della scuola di intaglio del legno di Aiola, poi a quella di scultura della pietra a Canossa. Negli anni Novanta ha partecipato alla Biennale di Roma, vincendo il primo premio di categoria con il ritratto in pietra di Madre Teresa. Musi ha esposto le sue opere più volte a Montecchio. E in decenni di arte, che nasceva da una rilevante manualità, ha coltivato l'amicizia con numerosi hobbisti, artisti e collezionisti della Val d'Enza reggiana e parmense. Amici che andavano a trovarlo spesso - anche quando la salute lo ha costretto a fermarsi - magari per commentare con lui le loro ultime creazioni.
«Il mio papà mi è sempre stato di aiuto: un grande appoggio morale, e non solo, nei momenti di necessità - confida la figlia Carmen -. Ha vissuto per la famiglia, ha lavorato tutta la vita e ha cercato di aiutare tutti. Per ricordarlo ho scelto la frase di Piero Angela: “Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire”».
Musi lascia la moglie Gianna, la figlia Carmen e il genero Fausto, i nipoti Gabriele e Maria Elena e il pronipote Tommaso. Oggi alle 18,30 il rosario alla Madonna dell'Olmo, dove domani don Orlandini celebrerà il funerale alle 15. Il corteo partirà dall'ospedale di Montecchio.
Andrea Violi
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