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La protesta dei residenti

Piazzale Inzani, quelle notti ad altissimo volume

Piazzale Inzani, quelle notti ad altissimo volume

di Michele Ceparano

30 Agosto 2022, 03:01

«Rumore insopportabile». I residenti di piazzale Inzani sono sul piede di guerra e hanno inviato un esposto a sindaco, prefetto, questore nonché ai carabinieri di Parma Oltretorrente e alla polizia locale. Il casus belli è costituito dalle manifestazioni musicali che questa estate si sono tenute nel piazzale dell'Oltretorrente e che ripartiranno a settembre. Nella lettera indirizzata alle istituzioni cittadine e firmata da una trentina di residenti, si punta il dito contro «il mancato rispetto dei regolamenti vigenti da parte di alcuni esercizi commerciali e dagli organizzatori delle manifestazioni». Una situazione che, come spiega Elio Castrucci, che vive in questa zona, porta «disordine ed elevati, nonché insopportabili, livelli di rumore. Il tutto identificabile nel reato di disturbo della quiete pubblica».

Gli estensori dell'esposto ricordano anche la «particolare struttura architettonica della piazza e, in particolare, la conformazione degli edifici e la forma “a imbuto” dell'area» che costituisce «un naturale amplificatore di suoni e baccano, incrementandoli e moltiplicandoli, anche a distanza».

I residenti fanno notare anche la «presenza di ben sei attività, tra ristoranti, bar e simili, nel raggio di meno di cento metri in un luogo così ristretto e a cui con discutibile facilità è concesso il “dehor libero” anche sotto i davanzali delle abitazioni». Un particolare che «infligge ai residenti un costante vociare/rumore di fondo (neppure inibito dalla chiusura delle finestre) ogni sera/notte della settimana».

A questo si aggiungono «i comportamenti incivili ed irrispettosi delle regole e delle persone durante eventi come quello del 18 giugno scorso».

In agosto, riprende Castrucci, «la situazione si è calmata, ma non vogliamo neppure immaginare cosa potrà accadere a settembre quando ricominceranno gli spettacoli in questa piazza (il 10 è infatti in programma la serata reggae, ndr)». Un appuntamento che i firmatari dell'esposto chiedono di annullare e, per il futuro, «vietare ogni manifestazione con uso di amplificatori, eventualmente solo in acustico, mantenimento delle fasce laterali di almeno tre metri per l'accesso nei garage e il limite orario a mezzanotte».
Nel piazzale i parmigiani che si incontrano sono praticamente tutti d'accordo. «Abbiamo passato delle serate infernali - commenta un uomo -, costretti a tenere le finestre chiuse con il caldo che c'era». Una residente, invece, dopo aver ricordato le «notti a base alcol e rumore degli intervenuti», cita «un simbolo assai caro al quartiere, la statua di padre Lino, usata per appoggiare bicchieri e bottiglie».

Nonostante tutto, però, riprende Castrucci, «il dialogo è ancora possibile. Basta volerlo». D'accordo diversi commercianti del piazzale come Emilio Restori, del ristorante «Operaviva», secondo cui «occorre equilibrio, con una musica non particolarmente impattante. Magari acustica o jazz». Disponibile a dialogare anche Marco Grzincich della birreria «Bastian Contrario» che, però, ricorda che «a un locale come il nostro, che non ha mai ricevuto richiami, manifestazioni di questo tipo più che portare lavoro, lo tolgono. Le abbiamo, però, sempre organizzate anche per non lasciare il piazzale in mano alla brutta gente che ultimamente lo occupa». Un altro commerciante spiega che «invece, il piazzale è migliorato. In tempo di Covid c'era lo spaccio a cielo aperto. Ora le cose vanno meglio, ma va trovato un punto d'incontro tra le esigenze del commercio e le richieste dei residenti». Qualcosa, però, anche qui andrebbe fatto. «Servirebbe un bagno pubblico - conclude - e maggiore pulizia».

Michele Ceparano

© Riproduzione riservata

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