Festival del Prosciutto
Anche i Romani avevano «l’orologio da taschino». Un oggetto curioso, a forma di prosciutto, che sarà ospitato in permanenza nel Museo tematico di Langhirano, dove un nuovo allestimento svelerà il legame tra le città vesuviane e i nostri territori. Esposta la meridiana portatile in bronzo, copia fedele di quella realizzata dai Romani, ricostruita grazie a una stampante 3D, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il professor Christopher Parslow, docente universitario americano che ha sviluppato il modello matematico.
«L’ora del prosciutto – La meridiana di Portici» sarà occasione per arricchire il percorso espositivo del museo e scoprire storia e gusti dei nostri antenati. La presentazione si terrà oggi alle 17, con interventi di Giordano Bricoli, sindaco di Langhirano, Giancarlo Gonizzi, coordinatore dei Musei del Cibo e Filippo Fontana, archeologo. Questo strano oggetto, era stato rinvenuto durante gli scavi della Villa dei Papiri, fra Ercolano e Portici, l’11 giugno 1755. La prima descrizione, nelle Antichità di Ercolano riporta che era «come di bronzo, inciso e ricoperto d’argento». Alla voce Gnomonique della celebre Enciclopédie di Diderot e D’Alembert, si può ancora leggere la descrizione di una novità di allora: un piccolo oggetto tascabile, usato dagli antichi romani per misurare il tempo, realizzato artisticamente con la forma di un prosciutto. Nella metà del Settecento mentre escono i primi volumi della grande opera della cultura illuministica si aprono, fra Pompei ed Ercolano, gli scavi che avrebbero riportato alla luce le città distrutte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Padrino illustre degli scavi fu il sovrano Carlo di Borbone che, prima di regnare a Napoli, fu duca di Parma. Al fratello Filippo lasciò il ducato emiliano e l’amore per le antichità. Così, mentre nel Regno delle due Sicilie emergevano i resti di Pompei, Filippo promuoveva gli scavi delle città di Luceria (ora presso Canossa) e Veleia (nella piacentina valle del Chero). Inoltre Il proprietario di un oggetto così raffinato conosceva quasi per certo le opere di Polibio, che poco più di un secolo prima aveva descritto le pernae ovvero i prosciutti che lasciavano il nostro territorio in grande quantità per arrivare in tutto l’impero. Nel periodo del Festival il Museo, come sempre, farà orario continuato 10-20.
Stefania Provinciali
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