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LA SPESA IN CITTÀ

«Prezzi alle stelle, che fatica riempire il carrello»

«Prezzi alle stelle, che fatica riempire il carrello»

di Anna Pinazzi

04 Settembre 2022, 03:01

La spesa è diventata tutt’altro che una passeggiata: caccia continua alle offerte, controllo attento dei cartellini e degli scontrini, rinuncia ai prodotti di qualità. Il perché è ovvio: l’aumento notevole dei prezzi dei beni alimentari (e non solo). I dati dell’Istat sono allarmanti: «La spesa costa il 10% in più dell’anno scorso». Basta guardare i carrelli di chi esce dai supermercati per riscontrare gli effetti del rincaro. Anche a Parma, per molti le abitudini d’acquisto sono cambiate.

«Sto attentissima alle offerte e spesso giro anche tre supermercati in una settimana per comprare il prodotto che mi serve al prezzo più basso – dichiara Maria Rita Mezzadri, fuori da un supermercato cittadino –. È un po’ faticoso, ma dato che sono in pensione di tempo ne ho. Ho iniziato a fare la spesa in questo modo circa sei mesi fa, cioè quando mi sono accorta che lo scontrino ogni volta era sempre più caro, c’erano anche 20 euro di differenza rispetto agli anni scorsi». Quindi basta alla spesa «senza pensieri» (vale davvero per tutti).

«Bisogna fare molta attenzione – esclama Gianfranco Moretti Lori –. I prezzi sono aumentati eccome. In poco tempo, per esempio, il caffè è aumentato di ben 30 centesimi e il “bitter”, che mi concedo ogni tanto per aperitivo, è quasi raddoppiato». Ancora «non ho dovuto fare troppe rinunce – prosegue Gianfranco –, ma c’è chi si troverà davvero in difficoltà se andiamo avanti così, è evidente».

L’aumento dei costi ha portato non solo a diminuire la quantità degli acquisti (rarissimi ormai i carrelli stracolmi), ma anche a rinunciare alla qualità. La strategia cui si ricorre più di frequente è privilegiare i prodotti più economici a scapito di quelli delle marche più note. Lo rivela anche l’indagine effettuata da Altroconsumo: «Un italiano su tre (33%) acquista di più prodotti “primo prezzo“, cioè con il prezzo a scaffale in assoluto più basso della categoria, alimenti a marchio del supermercato – i cosiddetti “private label“– e in generale quelli super-scontati». Ed ecco che, infatti, nei supermercati è pieno di cartelli colorati che annunciano le super-offerte del momento: dal «3x2», al «sottocosto», al «2 al prezzo di 1», al ribasso su intere categorie di prodotti: il -20% sulla cartoleria è il più frequente.

Poi settembre è periodo di acquisti per chi incomincia la scuola. Il rincaro si fa sentire anche per zaini, astucci, quaderni, colori e ovviamente i libri (si arriva anche a 30 euro per un diario, 50 per l’astuccio della moda del momento). «Sono appena andata a ritirare i libri di mia figlia, che tra pochi giorni inizia le medie – fa sapere una mamma –. Mi è venuto un colpo. La spesa totale si aggira sui 400 euro. L’aumento del prezzo dei libri è un’ulteriore salassata di cui non avevamo certo bisogno».

I prezzi salgono? Ci si difende acquistando al discount. Pieno il parcheggio di un discount cittadino. «I prodotti sono ottimi, tantissimi anche made in Italy – afferma Tiziano, mentre carica le borse in macchina –. Spesso si ha l’idea che i prodotti dei discount siano di bassa qualità, ma non è affatto così. Anche perché, per esempio, la carta igienica è sempre carta igienica, se la trovo ad un prezzo più basso la compro». La chiosa arriva da una signora in fila alla cassa, che con un filo di ironia e amarezza dice: «Carrello? Ma quale carrello? Ormai per quel che compro, mi basta e avanza il cestino».

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