UNIONE INDUSTRIALI
L'accordo raggiunto martedì sul Superbonus, un'intesa che sblocca la cessione dei crediti limitando la responsabilità solidale, era atteso con impazienza anche dalle imprese edili di Parma, prigioniere di un meccanismo burocratico fatto di controlli e appunto responsabilità che aveva finito per incagliare un'intera filiera.
«Ora c'è un'urgenza da affrontare, che consiste nel ridare liquidità alle imprese, specialmente in questo momento, a causa dei prezzi impazziti dei materiali. Ricordo che se si bloccano le imprese edili si fermano intere filiere produttive». Gabriele Buia, presidente dell'Unione parmense degli industriali ed ex presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), accoglie con soddisfazione le notizie in arrivo dal Senato riguardanti l'approvazione del decreto Aiuti bis.
Il nodo dei controlli
«Adesso tocca alle banche accelerare quelle procedure rallentate, in quanto per le imprese la situazione è drammatica». Le novità introdotte dal decreto Aiuti bs, ricorda Buia, sbloccheranno le procedure su cui si è incagliato il sistema della cessione dei crediti legati al Superbonus, dando nuovo impulso all'attività delle imprese edili. Ma nel Paese della burocrazia, sciolto un laccio, se ne incontra subito un altro. «Resta da modificare la circolare 23 dell'Agenzia delle Entrate, in quanto ha introdotto alcuni passaggi che altro non sono che un aggravio degli oneri di controllo, come la verifica dell'entità del credito rispetto al valore dell'immobile».
Intanto, il presidente dell'Upi fa appello agli istituti di credito affinché rimettano in moto tutte quelle operazioni bloccate soprattutto dal nodo della responsabilità solidale: le imprese, per poter lavorare, hanno bisogno di fiducia, di liquidità e di una burocrazia più snella. «Per trovare i crediti nel cassetto fiscale passano anche diversi mesi. L'Agenzia delle entrate ha la facoltà di bloccare il credito per 30 giorni per svolgere i controlli».
Il premier Draghi, riporta la stampa nazionale, non sarebbe stato affezionato al Superbonus 110% in quanto all'origine di alcune storture, come frodi e prezzi gonfiati. Ma Buia difende un provvedimento che ora può nuovamente mettere in moto il settore edile. «Le frodi ci sono state, anche se hanno riguardato altri tipi di bonus, come il bonus facciate. Per il 110% esistono piattaforme che controllano bene tutti i passaggi».
Colpa grave o dolo
La novità contenuta nel decreto Aiuti bis per il Superbonus prevede che la responsabilità in solido nella cessione dei crediti dei bonus edilizi si configuri solo se il concorso nella violazione avviene con dolo o colpa grave. Salta la responsabilità solidale, che fino ad ora ha rappresentato l'ostacolo più grande alle procedure legate alle cessioni dei crediti.
«La macchina si era bloccata perché la responsabilità solidale ricadeva anche sul soggetto industriale che acquistava il credito da una banca, pur non avendo partecipato al sistema dei controlli». Insomma, era corresponsabile di eventuali errori, mancanze o difformità anche chi non era coinvolto nella prima cessione del credito. «Tolta la responsabilità solidale, rimangono solo il dolo o la colpa grave». A questo punto l'intera procedura andrà più spedita. Almeno questa è la speranza di Buia, che contro le lungaggini della burocrazia ha ingaggiato una lunga battaglia a livello nazionale quando era alla presidenza dell'Ance.
Le modifiche alla norma
Tornando al decreto, oltre all'abolizione della responsabilità solidale per qualsiasi concessionario riguardante il Superbonus, viene abolita anche la responsabilità solidale dei cessionari nel caso di crediti legati ad altri bonus edilizi generati dopo il decreto antifrode, ma anche dei bonus edilizi generati prima del decreto antifrode, a patto che ci sia un'asseverazione.
L'accordo con le banche
Prima di avviare un cantiere è meglio seguire un accorgimento. «Alle imprese o ai privati consiglio di non partire con i lavori senza un preventivo accordo con le banche a cui si vuole cedere il credito. Occorre valutare bene le nuove iniziative. Ma è necessario anche rendere più semplice la vita a chi è partito senza accordo con gli istituti di credito».
Pierluigi Dallapina
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