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DEMOGRAFIA

Buia (Upi): «La sfida di Parma? Restare attrattivi»

Buia (Upi): «La sfida di Parma? Restare attrattivi»

di Luca Molinari

30 Settembre 2022, 03:01

La grande sfida è quella di conservare la forza attrattiva del nostro territorio, ma anche affrontare il problema denatalità a livello nazionale. Gabriele Buia, presidente dell'Unione Parmense degli Industriali, pone al centro dell'attenzione due grandi questioni commentando i dati demografici presenti e futuri di Parma.

Secondo gli statistici e demografi Franco Chiarini e Gianluigi Bovini - intervenuti mercoledì al convegno della Cisl «La sfida del lavoro tra denatalità e nuovi bisogni» - in città la popolazione aumenterà da qui al 2030 nonostante il calo della popolazione nazionale, grazie all'attrattività delle imprese e dell'Università.

«I dati e le proiezioni di incremento demografico presentati ieri (mercoledì ndr) non devono sorprendere - afferma Buia - Parma ha un tessuto economico e industriale dinamico, focalizzato su produzioni di alta qualità, attrattivo per gli investimenti internazionali e capace di sviluppare domanda di lavoro anche molto qualificata».

«Tutto questo - prosegue - in passato ha contribuito a far conquistare posizioni di vertice alla nostra provincia in termini di qualità della vita. Anche nel 2021 Parma ha conseguito ottimi piazzamenti; in particolare ItaliaOggi l’aveva incoronata al primo posto e Il Sole 24 Ore al dodicesimo. Entrambe le graduatorie, formulate seguendo criteri oggettivi, ci avevano premiato per aspetti legati al benessere economico. Questo incide certamente sulla valutazione di attrattività di un territorio e quindi sulla sua capacità di esprimere una crescita demografica».

Nonostante le difficoltà economiche «che si sono susseguite negli ultimi anni - sottolinea lo stesso Buia - la forza del tessuto economico parmense ha consentito alla provincia di porsi spesso in controtendenza rispetto agli andamenti congiunturali regionali e nazionali, grazie alla tenuta dell’industria che ha un peso e un ruolo centrale nell’economia; il tasso di disoccupazione, ad esempio, che prima della crisi del 2008 indicava quasi la piena occupazione, nel 2021 si è posizionato qui al 5,8 per cento, ben al di sotto della media nazionale pari al 9,7 per cento».

Le esportazioni sono un altro tassello importante: «a livello provinciale il loro valore è cresciuto ininterrottamente dal 2010 - osserva il presidente dell'Unione Parmense degli Industriali -. Anche nel 2020 era risultato in incremento dello 0,9 per cento rispetto al 2019 e nel 2022 i dati relativi al primo semestre fanno segnare un +36 per cento rispetto allo scorso anno anche per effetto dei forti rialzi dei prezzi».

Tutti questi elementi «hanno inciso e incidono sia sulla domanda che sull’offerta di lavoro - rimarca Buia -. Da un lato Parma, a inizio 2022, secondo i dati dell’Agenzia Regionale per il Lavoro, ha riguadagnato i livelli di assunzioni pre-Covid grazie al traino del settore industriale. Dall’altro sono sempre più numerosi coloro che scelgono le nostre aziende e la nostra provincia come luogo dove vivere e far crescere la propria famiglia, avendo a disposizione una città dalla vocazione industriale ma al tempo stesso a misura d’uomo».

«La sfida oggi come in futuro, di fronte alle difficoltà che si profilano - continua - sarà quella di conservare questa forza attrattiva, questa spinta verso l’alto da parte del tessuto industriale e diventerà sempre più strategico l’impegno sinergico del sistema Parma per conservare le caratteristiche peculiari di questo territorio».

Quanto alla denatalità «si tratta di un problema sociale che riguarda tutto il Paese - rimarca lo stesso Buia - pertanto bisogna affrontarlo con dei provvedimenti che sostengano le famiglie e incentivino la natalità». «Assieme a questo - precisa - è fondamentale gestire con la massima attenzione i flussi migratori, anche per sopperire al calo della popolazione. Siamo un popolo che tende a invecchiare più di altri e questo crea problemi sociali ed economici».

Parma sopperisce alla denatalità grazie alla propria attrattività «ma se in futuro non ci sarà la possibilità di avere tutta la forza lavoro necessaria - ribadisce - il problema si riproporrà e il peso delle pensioni da pagare diventerà insostenibile».

Sulla questione diventa quindi indispensabile l'intervento del governo. «Si tratta di una questione - conclude Buia - su cui il nuovo governo dovrà prestare grande attenzione».

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