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Una ricerca parmigiana

Infarto e qualità dell'aria: colpiti al cuore dallo smog

Infarto e qualità dell'aria: colpiti al cuore dallo smog

di Monica Tiezzi

01 Ottobre 2022, 03:01

È stato presentato al ministero della Salute, a Roma, in occasione della Giornata mondiale del cuore 2022 del 29 settembre, lo studio, in collaborazione fra Parma e Piacenza, sul ruolo dell'inquinamento, e in particolare delle polveri sottili, sulle aritmie cardiache fatali.

Lo studio è stato coordinato da Daniela Aschieri, responsabile della Cardiologia dell’ospedale di Piacenza, e da Giampaolo Niccoli, docente di cardiologia del nostro ateneo, e vede tra gli autori anche Davide Lazzeroni e Luca Moderato del Centro di prevenzione cardiovascolare della Casa della Salute Parma Centro - Fondazione Don Gnocchi & Ausl.

Lo stesso studio è stato presentato ieri a Roma, al convegno di cardiologia «Place», da Giampaolo Niccoli.

La ricerca ha confermato la stretta relazione fra qualità dell'aria ed eventi cardiaci, confrontando dati dell'Arpa (le centraline di Piacenza, dal 2011 al 2017) con quelli, nello stesso periodo, sull'uso dei defibrillatori dislocati nel territorio, degli interventi del 118 per arresto cardiaco e delle aritmie responsabili di arresto cardiaco nelle persone con impiantato un defibrillatore.

«Incrociando i valori degli inquinanti con i casi di arresto cardiaco, di cui teniamo un registro da 25 anni, abbiamo scoperto che nei giorni con più smog aumenta del 36% il rischio di aritmie mortali» spiega Daniela Aschieri, che con Davide Lazzeroni ha presentato la ricerca al ministero della Salute.

Da qui l'importanza non solo di ridurre, con adeguate politiche, le polveri sottili - specie in una zona inquinata come la Pianura Padana - ma anche di aumentare la presenza di defibrillatori sul territorio. «Avviene un arresto cardiaco ogni otto minuti, in Italia 60 mila all'anno. La sopravvivenza a livello mondiale è del 10%. Con un defibrillatore sale dal 40 al 60% e con un defibrillatore raggiungibile in 3-4 minuti arriva al 90%» dice Aschieri, presidente del «Progetto Vita» che ha come missione implementare la rete dei defibrillatori.

Lo studio parmigiano-piacentino non è il primo a considerare il nesso fra qualità dell'aria e benessere cardiaco. Niccoli ad esempio ha già esplorato l'argomento con due ricerche avviate a Roma negli anni scorsi. «Con la prima abbiamo dimostrato che l'inquinamento rende le placche all'interno delle coronarie più suscettibili a formare trombi - dice Niccoli - L'altro studio suggerisce che lo smog favorisce la vasocostrizione e quindi lo spasmo delle coronarie».

Che fare? «Suggerire, a chi ha problemi cardiaci, di evitare di uscire, o fare attività fisica, in strade trafficate e zone inquinate. Si stanno mettendo a punto dispositivi, ad esempio inseriti nei portachiavi, che possano fornire in tempo reale indicazioni sui livelli di inquinanti», dice Niccoli.

Ma è chiaro che una risposta deve arrivare da un nuovo approccio politico-organizzativo. «La soglia di sicurezza dell'Oms per le polveri sottili viene superata nella Pianura Padana un po' meno di un giorno su dieci. La politica deve lavorare con la comunità scientifica per vincere la battaglia contro l’inquinamento. Così si potrebbero ridurre del 20% circa gli accessi in pronto soccorso per malattia cardiovascolare» conclude Davide Lazzeroni.

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