IL RAPPORTO
La cultura e la creatività sul nostro territorio valgono 841 milioni di euro. E' quanto emerge dal XII rapporto «Io sono cultura» realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne. Lo studio analizza l'andamento del sistema produttivo culturale e creativo italiano dal 2018 al 2021, facendo emergere il prezzo che il nostro Paese e i singoli territori hanno dovuto pagare per colpa della pandemia.
Parma, Capitale italiana della Cultura 2020+21, è riuscita a resistere meglio che altrove, ma la crisi si è fatta sentire. Lo scorso anno cultura e creatività hanno fatto registrare una forte ripresa, portando a Parma e provincia un valore aggiunto di 841,6 milioni, 51,7 in più rispetto all'anno precedente. I numeri del 2019 però sono ancora lontani, dato che mancano all'appello 31,6 milioni per tornare a quota 873,2 milioni, la cifra registrata prima dell'arrivo della pandemia.
Facendo un paragone con gli altri territori Parma si piazza al diciottesimo posto tra le province con la maggiore incidenza (5,4 per cento) del sistema produttivo culturale e creativo nell'economia locale. Il primo posto è occupato da Milano, seguita da Roma e Torino.
A livello regionale Parma è seconda dietro Bologna (con una incidenza del 6,1 per cento).
L'intera Emilia Romagna in questo settore lo scorso anno ha prodotto un valore aggiunto di 7,3 miliardi euro, pari al 5 per cento della ricchezza prodotta dall'economia regionale. In termini di posti di lavoro, i 123 mila addetti della filiera incidono per il 5,8 per cento dell'occupazione regionale. A Parma invece lo scorso anno gli occupati erano 13.425, pari al 5,8 per cento del totale, in lieve calo rispetto al 2020 (13.447) e al 2019 (13.447). In calo le imprese attive nel settore passate da 2.234 (2020) a 2.170 (2021) nel giro di un anno.
Per quanto riguarda la situazione nazionale, le attività legate alla cultura, alla bellezza, alla creatività sono ancora in crisi, ma il comparto si sta rialzando e rimane uno dei punti di forza del nostro Paese. Il sistema offre lavoro a 1,5 milioni di persone che producono ricchezza per 88,6 miliardi di euro, di cui 48,6 miliardi (il 54,9 per cento) generati da settori culturali e creativi e altri 40 miliardi dai professioni culturali e creativi attualmente attivi.
Un sistema formato da 270 mila imprese e 40 mila attività del terzo settore. Complessivamente le attività culturali e creative sviluppate da soggetti pubblici, privati e del terzo settore attivano valore anche in altri settori dell'economia, in primis turismo, trasporti e manifattura, stimato in 162,9 miliardi soltanto per il 2021.
A soffrire, in questi anni, sono stati i due settori più sensibili alle restrizioni legate alla pandemia: gli spettacoli, con una perdita di 1,2 miliardi nel biennio a livello nazionale, e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico (-361 milioni di euro).
Due settori in controtendenza sono quelli che riguardano i videogiochi e i fumetti. La crescita dei videogame è ormai da tempo costante, soprattutto per quanto riguarda il genere racing dove le aziende italiane rappresentano una eccellenza mondiale.
Il fumetto invece rappresenta è il protagonista assoluto del mercato del libro italiano: nel 2021 si è registrato un vero e proprio boom con 11 milioni di copie vendute e una crescita del 256 per cento rispetto al 2019.
Nel settore del cinema si osservano due dinamiche diverse per produzione e distribuzione. La prima va a gonfie vele, ma la sovrabbondanza di titoli fa fatica a arrivare in sala anche per colpa delle piattaforme, aggravando così il già pesante fardello imposto negli anni passati dalla pandemia.
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