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Tribunale

Festa con spari dal balcone durante il lockdown: condannato un 57enne

Festa con spari dal balcone durante il lockdown: condannato un 57enne

05 Ottobre 2022, 03:01

Era il 19 aprile 2020: la pandemia dilagante imponeva mascherine sul viso, lavaggio delle mani e distanziamento sociale. I giorni del «tutti in casa» per Dpcm: ognuno nella propria. Degli altri, al massimo, si poteva incontrare la voce: al telefono o con cori improvvisati al balcone. E invece ci fu chi, quella sera, al balcone si affacciò per sparare con una carabina. Frustrazione da lockdown, gioia per una serata diversa o, semplicemente, eccesso d'alcol: forse nemmeno a lui era chiaro che cosa lo portasse a tirare al nulla. L'ultima cosa che avrebbe dovuto fare. Perché il proprio appartamento era tutt'altro che in regola. Innanzitutto per un piccolo arsenale detenuto illegalmente. E poi per quei quattro amici di troppo all'interno. Nulla di male, in un altro periodo, ma in quei giorni un peccato «capitale». La fucilata in aria esplosa dall'allora 55enne alla fine costò l'ammenda ai cinque, oltre alla denuncia al padrone di casa per resistenza a pubblico ufficiale, detenzione illegale di armi e sparo sulla pubblica via. Ieri, l'uomo è stato condannato a sette mesi di reclusione (con pena sospesa) dal giudice Alessandro Conti, dopo che il pm Massimo Porta a suo carico aveva chiesto un anno e mezzo.

A dare l'allarme, poco dopo le 23, furono i vicini che riferirono di aver visto anche lo sparatore nascondere il fucile dietro la schiena. La pattuglia della Squadra volante, raccolte le testimonianze, citofonò all'interno indicato. Niente da fare: il portone fu aperto da altri. I poliziotti salirono al piano dell'appartamento in questione, udirono delle voci dall'interno, ma non ottennero risposte alle scampanellate. Solo dopo un'ora abbondante, all'arrivo dei vigili del fuoco, il padrone di casa socchiuse l'uscio, assicurando di essere solo e disarmato. Poi - secondo l'accusa - spintonò gli uomini della pattuglia, sostenendo che non avessero il diritto di entrare.

I poliziotti procedettero alla sua identificazione, notando la tavola apparecchiata (con un discreto numero di bottiglie di vino) della festicciola «carbonara». Era evidente la presenza di altri: e infatti dalla camera da letto uscirono due uomini e una donna. I poliziotti trovarono nell'appartamento, con relativi proiettili, una pistola e una carabina oltre a quella ad aria compressa (non catalogata come arma da sparo) con la quale il 55enne ammise di aver esploso il colpo in aria per divertimento. L'uomo raccontò di avere ereditato le armi dal padre e di essersi dimenticato di denunciarle. Intanto, dal numero dei piatti in tavola parve chiaro che i conti ancora non tornassero. Un quinto commensale fu scovato poco dopo: si era infilato sotto il letto, per scampare all'ammenda. O forse aveva nostalgia dei tempi pre-Covid. Quando, oltre a cenare, si poteva giocare a nascondino.

Roberto Longoni

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