POLITICA
Roma Il primo giorno della legislatura inizia presto. Per alcuni parlamentari, soprattutto per le matricole, ancor prima dell'alba. Il Frecciarossa che da Reggio Emilia arriva a Roma in tempo utile per l'inizio dei lavori – alle 10 per la Camera e alle 10.30 per il Senato – parte alle 5.45. I parmigiani Gaetana Russo e Fabio Pietrella, due neo deputati di Fratelli d'Italia, sono al binario 4 della Mediopadana verso le 5.30. Pochi minuti dopo li raggiunge il reggiano Gianluca Vinci (FdI). Ha lo studio a pochi passi dalla stazione e invece di fare base nella capitale preferisce macinare chilometri con l'Alta velocità. Chi invece è già a Roma è Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega alla sua seconda legislatura. Anche la senatrice Silvia Fregolent (Azione-Italia viva) si risparmia la levataccia. «Martedì ho fatto l'accoglienza in Senato. Mi piace fare le cose per tempo, sono sabauda». Torinese, per la precisione, ma con il cuore a Parma. «La vostra è una città che mi somiglia molto. In campagna elettorale ho promesso che Parma sarebbe stata il punto di riferimento di tutto il mio collegio, che va da Piacenza a Modena». La senatrice – deputata per due volte – è stata infatti eletta nel plurinominale del Senato, comprendente anche Parma.
Mazzetta dei giornali sotto al braccio, trolley, cravatta del partito – un regalo di Giorgia Meloni a tutti i suoi parlamentari uomini, mentre per le donne il cadeau è un foulard – Fabio Pietrella si è svegliato alle 4.30 per arrivare puntuale in stazione a Reggio. Manager del tessile originario di Sassari, ma parmigiano dal '96, prima di salire sul Frecciarossa si concede una «svapata» con la sigaretta elettronica. Eletto nel collegio plurinominale di Monza-Brianza, è l'unico parmigiano che con la Meloni si dà del tu.
Gaetana Russo, originaria di Salso, la sveglia invece l'ha messa alle 3.30. Per il primo giorno della legislatura sceglie di farsi accompagnare da Pasquale, il fratello ingegnere di 26 anni. Una «macchina da guerra»: il Rosatellum e la complicata burocrazia elettorale per lui non hanno segreti. «Io sono più brava nella retorica, ma lui è imbattibile quando si tratta di moduli e regolamenti», ammette la neo deputata eletta nel collegio plurinominale. «Non sono mai entrata a Montecitorio, nemmeno in gita con la scuola. Sono emozionatissima, è ovvio». Per il primo giorno in aula va sul classico: tailleur blu e camicetta blu elettrico. Ai piedi un mocassino candido. «Ho il cambio, scarpe con un tacco “morbido”. Sono abituata a correre, quindi ho imparato l'importanza della comodità. Mi cambierò in taxi».
Il Frecciarossa arriva a Firenze alle 6.50. Pietrella e Vinci scendono e salgono sull'altro treno veloce diretto a Roma, che li aspetta dall'altro lato della banchina. Così guadagneranno mezz'ora, mentre Russo resta in carrozza su quello che viene chiamato «il treno della Boschi», perché passa da Arezzo, città della parlamentare renziana, e arriva più tardi, dopo le 9.
Appena sceso a Roma Termini, Pietrella scatta verso i taxi. Vinci se la prende comoda. «Anche se piove non ci sarà fila. È ancora presto. La coda per i taxi si forma quando arrivano i treni delle 9». Sono le 8.40 e la previsione è azzeccata: il valore dell'esperienza.
Davanti a Montecitorio Piettrella è tra i primi ad entrare, anche perché piove a dirotto. Mezz'ora dopo arriva la collega di Salso, subito braccata dalle tv nazionali alla caccia del deputato di maggioranza. Sbuca Enrico Lucci di Striscia la notizia: parte la gag sul foulard di FdI. «Famme vede. 'Na reliquia». Pochi minuti dopo Lucci farà infuriare Fabio Rampelli, tra i big di Fratelli d'Italia. «Ma tu con chi stai, con Ilary o con Totti?». Intervista interrotta e addio deputato.
Laura Cavandoli, già a Roma da martedì, arriva con l'ombrello: è una delle poche a non farsi trovare impreparata dalla pioggia che lava Roma. «Camminare con i tacchi sui sanpietrini è un suicidio». Effettivamente la piazza davanti a Montecitorio è uno scivolo. A metà pomeriggio non piove più, Cavandoli è nel giardino di fianco al Transatlantico: Sa che la votazione per eleggere il presidente della Camera andrà per le lunghe. Al Senato hanno risolto tutto entro le 13.30.
Dalla Camera si passa al Senato. Tra i parlamentari eletti a Parma c'è la piacentina Elena Murelli (Lega), che nel collegio uninominale ha battuto il parmigiano Giuseppe Negri (Pd), risultato comunque il più votato in città. «I miei figli mi hanno rinfacciato che la scorsa legislatura (Murelli era deputata, ndr) non li ho mai portati a Roma. Questa volta ho portato la famiglia con me. I miei tre figli, mio marito, mia madre e mio papà». Tanti, non tutti trovano posto in Senato. «Mio marito è fuori che vaga per Roma sotto la pioggia». Al bavero ha la spilla di Alberto da Giussano. «È il segno distintivo della Lega».
Fuori dalla bouvette Silvia Fregolent ammette: «Anche se sono alla terza legislatura sono emozionata come 10 anni fa». Il palazzo è in fibrillazione per l'elezione del presidente del Senato – la spunterà Ignazio La Russa – ma Fregolent è pragmatica, pensa a cosa accade fuori dalle stanze del potere. «Viviamo un momento storico molto difficile. Essere seri, questo è l'atteggiamento da tenere durante tutta la legislatura». Una promessa, una preghiera.
Pierluigi Dallapina
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