LA STORIA
Il porcino delle nostre montagne, croce (quando «non fanno») e delizia (sempre, dalla raccolta alla tavola passando per l’arte della conservazione) di appassionati e cercatori per professione, conquista anche i globetrotter che non disdegnano farsi un «treno» di chilometri per il piacere di andare a caccia di funghi e poterli poi sfoggiare come trofei sui social o una volta tornati a casa con gli amici, intorno a un tavolo.
Complice il web, il fascino e la bontà dei boleti made in Appennino parmense, infatti, va davvero oltre i confini del Bel Paese e poi ancora un po’ più in là: parola di Bruno Pelosi, cornigliese appassionato di funghi e titolare di un canale Youtube che conta, a oggi, la bellezza di 23.500 iscritti con 11 milioni (sì, avete letto bene) di visualizzazioni.
«Qualche anno fa, ho aperto il canale per pubblicare i video che realizzo quando vado a funghi e per far vedere i miei raccolti – racconta Pelosi -. Sono stati fin da subito molto seguiti, anche da utenti dell’Est e dell’Estremo oriente come le Filippine. Ma un conto è il piacere di vedersi seguiti sul web con le persone che commentano i tuoi raccolti, e un altro è quello di ricevere una richiesta specifica da Oltreoceano: un americano che mi segue, infatti, mi ha mandato un messaggio per chiedermi di accompagnarlo nei nostri boschi».
E così, la settimana scorsa, Pelosi ha preso accordi con un cittadino statunitense, che approfittando di una vacanza in Italia ha chiesto e ottenuto di fare un «salto» in Val Parma per andare a funghi con lui.
«Mai avrei immaginato che un californiano, dopo avere visto i miei video su Youtube, potesse chiedermi di venire qui, al Parco dei Cento Laghi, per raccoglierli con me. E invece è successo. È arrivato con tutta la famiglia, e insieme siamo andati al Lago Santo. Siamo anche stati fortunati: benché il periodo non sia certo dei migliori essendosi un po’ fermata la crescita, siamo riusciti a raccogliere il giusto, quanto basta per promuovere la spedizione a pieni voti e lasciare, al nostro nuovo amico James Ayers, un ricordo felice».
Ayers (con la sua comitiva di altri quattro famigliari) ha soggiornato in Val Parma per due giorni, trascorrendo l’intero fine settimana con Pelosi tra Corniglio e i boschi del Lago Santo. «Sono tante le persone che vorrebbero venire nei nostri monti per andare a funghi con chi i boschi li conosce bene – racconta -. Non sono comitive come quelle che vediamo arrivare a frotte nelle giornate di raccolta e che, avendo acquistato un permesso, pensano sia giusto raspare il sottobosco e razziarlo. È da tempo anzi che auspico che si possa creare un movimento micologico consapevole e rispettoso dell’ecosistema, grazie al quale dare il via a un micoturismo intelligente. Se organizzato bene e avendo come faro il rispetto dell’ambiente e del sottobosco, sarebbe un importante volano per i nostri territori e in particolare per le strutture ricettive».
La parola chiave, come sempre, è «rispetto», tanto per il patrimonio boschivo che spesso patisce l’assalto dei fine settimana, quanto per i locali che da tempo auspicano una maggiore attenzione per la tutela del sempre più delicato equilibrio micologico.
«Servirebbe una cultura nuova nel mondo dei funghi», conclude Pelosi.
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