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Manifestazione No cargo in piazza Garibaldi. E la replica di Sogeap

No cargo. Anzi, no del tutto all'aeroporto. È questo, semplificando, il messaggio che è uscito dalla manifestazione organizzata ieri mattina alle 10.30 da diversi gruppi e dall'associazione «No cargo» sotto i portici del Grano.

Lo scopo dichiarato era quello di affermare la contrarietà di parte della popolazione all'allungamento della pista del «Verdi» previsto dal piano di sviluppo aeroportuale. Ma ascoltando gli interventi dei relatori e leggendo i cartelli sventolati da molti dei presenti - circa trecento secondo alcuni, poco più della metà secondo la valutazione della questura - è risultata evidente l'opposizione assoluta dei presenti all'infrastruttura anche nelle forme e con le dimensioni attuali.

«No cargo, no passeggeri, gli aeroporti non sono compatibili con il futuro», recitava una delle scritte alzate dai manifestanti che hanno accolto l'invito di «No Cargo Parma».

Una associazione nata, in origine, come espressione di una parte degli abitanti di Baganzola, che con il tempo ha coinvolto altre persone unite dal timore che lo scalo possa incrementare il grave inquinamento atmosferico nella nostra città che sconta, come recitano gli studi scientifici, la particolare conformazione orografica del catino padano circondato da montagne che facilitano il ristagno dell'aria e, quindi, dello smog.

Ma non solo aria inquinata: gli oppositori dell'aeroporto hanno sostenuto nei loro interventi davanti al municipio che la presenza di uno scalo potrebbe avere ricadute anche sulla sicurezza delle infrastrutture circostanti, come l'autostrada del Sole e la ferrovia alta velocità, e su quella delle persone che abitano nella fascia più prossima alla pista.

Si tratta di timori comprensibili e che sono stati analizzati anche dai tecnici del Ministero della Transizione ecologica che nel corso degli ultimi anni hanno tenuto conto delle osservazioni di tutti, privati, enti ed istituzioni, prima di esprimere, nel marzo 2021, un giudizio positivo di compatibilità ambientale al piano dell'aeroporto «Verdi».

«Ma si tratta di un piano che non tiene conto di molti aspetti che secondo noi sono fondamentali», hanno invece ribattuto con forza ieri mattina i relatori della manifestazione, a cui hanno preso parte anche rappresentanti con gli striscioni dei gruppi che si oppongono al progetto di rinnovamento dello stadio Tardini.

Dopo circa una quarantina di minuti i manifestanti hanno sciolto la loro assemblea dopo avere cantato alcune canzoni, avere ribadita la loro opposizione al progetto del «Verdi» e dopo aver ricordato le azioni intraprese, che vanno da un ricorso al Tar a tre esposti alla Procura della nostra città che riguardano diversi aspetti del piano di sviluppo dello scalo. Fino ad una lettera inviata all'Unesco con lo scopo di «salvaguardare il territorio della cosiddetta Food Valley» da una infrastruttura percepita come solo nociva.

Alla fine della manifestazione sotto i portici del Grano sono arrivati anche il sindaco Guerra e l'assessore Vernizzi, che si sono soffermati alcuni minuti con alcune delle persone presenti.

lu.pe.

Sogeap La società di gestione spiega il lavoro fatto per il «Verdi»
«Anni di analisi e confronti per garantire il territorio»

«La manifestazione di ieri che riguarda l'aeroporto? La prova dell'interesse per un argomento serio e importante per la città. Ma su cui è necessario ragionare in termini corretti, senza inutili preclusioni o rifiuti di tipo ideologico. Perché il “Verdi PMF” dà lavoro già oggi a oltre 400 persone, ma in futuro potrà portare benefici diffusi molto maggiori per l'intero territorio, la popolazione e il suo tessuto produttivo».
Alla Sogeap, la società che gestisce l'aeroporto, si preferisce, per l'ennesima volta, tornare a ragionare sui fatti. Per chiarire a chi abbia timori o preoccupazioni che dietro lo sviluppo dell'aeroporto ci sono anni di analisi. E nessun azzardo.
«Lo dimostrano i documenti che sono pubblici - spiega Federico Wendler, direttore generale di Sogeap -. Da questi si comprende come ci sia stato un iter durato oltre cinque anni che ha rispettato tutte le norme e le prescrizioni di legge e quelle fissate dagli enti e dai ministeri competenti. Ora abbiamo a disposizione una valutazione di impatto ambientale favorevole e un contratto di programma approvato: e non sono molti gli scali che hanno ottenuto questo. Non solo: per arrivare a questo punto sono state analizzate le posizioni e le richieste di tutte le parti in causa. Quindi la conclusione è che quasi tutto è ormai fatto e che quel pochissimo che manca ancora è veramente a portata di mano. I tempi per la realizzazione del piano di sviluppo dello scalo sono quindi ormai maturi».


E le preoccupazioni ripetute ancora ieri che parlano di rumore, di smog e sicurezza messe a repentaglio dall'aeroporto? «Si tratta di timori non sostenuti da dati, ma piuttosto frutto di una percezione, di una informazione incompleta e che mescola aspetti tra loro non assimilabili. Oltre che spesso superati», prosegue Wendler, che ricorda come le analisi abbiano parlato di inquinamento acustico «modesto e di molto inferiore ai valori indicati dalla legge», mentre per quello atmosferico si tratterebbe di «basso livello di emissioni, rispetto alla totalità delle sorgenti del territorio». «Senza dimenticare poi che si sta lavorando velocemente per ridurre l'impatto degli aeroplani, grazie alle nuove tecnologie, ai nuovi carburanti ecocompatibili e alla continua ricerca di motori ibridi più efficienti e con consumi minori».
Insomma, al di là dell'emotività e della voglia di chiudersi per preconcetto davanti al futuro, da parte della società di gestione si insiste sulla serietà del percorso svolto finora. A cui manca poco per la conclusione.
«Credo che il processo di sviluppo di una infrastruttura così importante per una città che viene deciso, condiviso e finanziato per investire sul futuro di un territorio, non possa essere interrotto sulla base di valutazioni emotive e non sostenute dai fatti - conclude il presidente di Sogeap, Guido Dalla Rosa Prati -. Parma con un aeroporto internazionale adeguato strutturalmente sarà senza dubbio una città più attrattiva e quindi molto più ricca. E questo è vero per tutti coloro che abitano il territorio e ne condividono le potenzialità».
lu.pe.

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