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Il concerto al Regio di Nicola Piovani

Il viaggio del Maestro fra le musiche di Fellini, Moretti e Benigni

Il viaggio del Maestro fra le musiche di Fellini, Moretti e Benigni

di Giovanna Pavesi

06 Novembre 2022, 03:01

«La musica è pericolosa». Lo diceva Federico Fellini, parlando della propria vulnerabilità nei confronti della musica, che lo commuoveva senza parlare di niente. Per svelare al pubblico quel mondo onirico e incantevole che lega il cinema alla musica, Nicola Piovani, ieri sera al Teatro Regio, ha scelto le parole di Fellini. Perché se «La musica è pericolosa», titolo dello spettacolo della (sua) Compagnia della Luna, la è «come lo sono le emozioni belle, forti, quelle non consumistiche e quelle che ti cambiano dentro». Tra i racconti del pianista, compositore geniale di musiche da film, sinfonie, musica da camera e canzoni, e raro quanto raffinato interprete della sensibilità altrui, ci sono le intese e i complessi rapporti tra i film e gli artisti. A metà tra esecuzione e racconto, al pubblico, Piovani ha descritto come «L’amore delle tre melarance», che aveva composto per uno spettacolo teatrale, diventò una sorta di piacevole fissazione di Fellini, che lo volle nella sua pellicola «Intervista» per la «tristezza pastello» di quella melodia, «una malinconia che non si prende troppo sul serio». In una sequenza perfetta, Piovani ha interpretato i suoi componimenti scritti per «Ginger e Fred», «Caro Diario», «Il marchese del grillo» e «Good morning Babilonia». Ma anche la composizione di «Storia di un impiegato», il mito, con «Partenope», e i ricordi di infanzia, nel viterbese, della banda, che rappresentava una gioiosa musica diffusa, che si avvertiva da lontano, i cui timbri lo hanno condotto alla composizione alla melodia che accompagna Roberto Benigni nelle sue letture, a teatro. «La musica è pericolosa. Questa frase mi rappresenta, perché si tratta della pericolosità gioiosa che c’è nell’incontro con la bellezza, che ti cambia e a me questo è successo fin dall’infanzia – ha concluso Piovani, che ha salutato il pubblico con le noti struggenti de «La vita è bella» -. È un viaggio alla fine del quale non sei più quello di prima».

Giovanna Pavesi

© Riproduzione riservata

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