Un «parmigiano» ai Mondiali
In Qatar ai Mondiali ci sarà anche un «parmigiano» particolare. Si tratta di Marcus Thuram, nato il 6 agosto 1997 mentre il padre Lilian giocava nel Parma, oggi bomber in Germania e convocato dalla Francia.
Lilian, un'icona del calcio francese ed anche parmigiano, aveva da poco concluso la trionfale prima stagione nel Parma che coincideva anche con la prima in panchina di Carlo Ancelotti. Secondo posto in campionato e storica qualificazione alla Champions. Per assistere al parto Thuram lasciò in permesso il ritiro di Baselga di Pinè. E proprio una settimana dopo il fiocco azzurro i gialloblù giocarono a Lodz l'andata del turno preliminare di Champions, vincendo 3-1 con tripletta di Chiesa. Erano i giorni del famoso no a Roby Baggio, ma quella è un'altra storia...
Marcus si chiama così perché Lilian e mamma Sandra (che hanno divorziato nel 2007) si sono ispirati all'attivista giamaicano Marcus Garvey. Da bambino ha vissuto a Parma per quattro anni, se vero che solo nell'estate del 2001 papà Lilian si trasferì alla Juve per la cifra-monstre di 70 miliardi.
Proprio nel 2001 nacque anche Kephren, fratellino di Marcus, oggi apprezzato centrocampista del Nizza. La sua grande passione per il calcio fin da bambino, senza peraltro particolari spinte da parte del padre-campione, lo ha fatto entrare nelle giovanili del Sochaux e poi alla prima squadra.
Passato al Guingamp per poco meno di un milione di euro, in due stagioni è cresciuto al punto che il Borussia Moenchengladbach lo ha pagato, nel 2019, 9 milioni. Ora il suo contratto quadriennale sta per scadere e il Bayern, la Juve e l'Inter lo hanno messo nel mirino. Per assicurarselo bisogna sborsare una decina di milioni entro fine gennaio ai tedeschi. Dopo Thuram potrà trasferirsi dove vuole a parametro zero. Nella sua carriera ci sono momenti belli (un rigore decisivo per battere il Psg) e altri brutti (5 turni di squalifica per lo sputo a un avversario), c'è l'usanza di appendere la maglietta alla bandierina a fine gara per poi andare a esultare sotto la curva e c'è uno dei primi «inginocchiamenti» su un campo di calcio dopo un gol a sensibilizzare l'ambiente sulle tematiche del «Black Lives Matter». Impegnato come ilpadre insomma contro ogni discriminazione razziale. L'altr'anno la rottura dei legamenti lo aveva tenuto a lungo ai box, ma in questa stagione è tornato più forte di prima, giocando prima punta nel 4-2-3-1 del tecnico Rose e sfruttando la sua velocità e coordinazione nonostante il metro e 92 di altezza per segnare diversi gol: sono già 10 in Bundesliga. La chiamata nei 26 della Francia al Mondiale che scatta domani è stata dunque una conseguenza della sua evoluzione. Trovare spazio in quella rosa con i vari Benzema, Mbappé, Griezmann e Giroud non sarà facile, ma proprio per quello essere lì è già meraviglioso. E allora in bocca al lupo al «pramzan» Marcus.
Paolo Grossi
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