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Vittime della strada

La mamma del piccolo Edoardo: «Provo commozione e rabbia»

La mamma del piccolo Edoardo: «Provo commozione e rabbia»

di Michele Ceparano

21 Novembre 2022, 03:01

«Provo commozione perché penso alle famiglie e rabbia quando leggo che un incidente è stato causato da alcol e droga. Ma quando si perde un figlio niente torna più come prima». Ieri mattina in piazza Duomo, alla Giornata nazionale in memoria delle vittime della strada, che è stata celebrata insieme al 75º anniversario dell'istituzione della polizia stradale, c'era anche Paola Polastri. È la mamma di Edoardo Friggeri, sorbolese morto nell'agosto del 2000 a 12 anni, dopo essere stato investito sulla statale della Cisa nell'agosto del 2000.

Paola, al cui fianco c'è il responsabile per Parma dell'Associazione dei familiari e vittime della strada Tonino Morreale, indica la foto di suo figlio sul grande striscione con centinaia di foto di chi è scomparso sulla strada. Vicino a quella di Edoardo, c'è anche quella di Giulia Cesaroni, la 19enne giocatrice del Basket Parma morta nel 2008 dopo un incidente in via Casa Bianca. «Uno dei miei due figli, che ha 24 anni - continua Paola -, vuole fare il poliziotto anche per onorare la memoria di suo fratello che praticamente non ha conosciuto».

Quella di ieri è stata una mattinata importante per ricordare a tutti quanto la sicurezza sia un bene fondamentale. Un bene da difendere non solo con gli agenti, i mezzi e le dotazioni che la polizia stradale ha mostrato a un'attenta cittadinanza, ma anche con un'opera costante di educazione, a partire dalle scuole. Che ieri erano presenti con gli stemmi del centauro alato della Stradale realizzati dalla terza Grafica del Rondani, seguita dagli insegnanti Filippo Tosi e Luca Bocedi. Non solo, in piazza c'erano anche altre realtà del volontariato e della sicurezza come l'Aci e l'Unicef, con le «Pigotte» della polizia stradale. Presente anche Poste italiane, con un annullo filatelico dedicato al 75º anniversario della polizia stradale, istituita il 26 novembre 1947.

I dati

«Questa è una giornata importante - ha commentato il comandante della polizia stradale di Parma Katia Grenga che ha ringraziato anche Barilla e Autostrade per l'Italia per il loro aiuto a organizzare l'evento - per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita sulla strada e anche per i loro familiari che si trovano a vivere questo grande dolore. Noi da 75 anni vigiliamo sulla sicurezza di tutte le strade e autostrade italiane e promuoviamo progetti di educazione alla sicurezza dedicati ai giovani e a tutti gli altri cittadini».

Gli incidenti stradali anche nella nostra provincia sono una minaccia costante che viene, però, combattuta con forza come confermano i dati. Nel Parmense, ha spiegato, «dal primo gennaio al 20 novembre di quest'anno gli incidenti sono stati circa 500, di cui sette mortali. Nel 2019, nello stesso periodo (il 2020 e il 2021 non vengono presi in considerazione per il discorso Covid, ndr) erano stati circa 700 e i morti sedici».

Educare alla civiltà

Sul rispetto delle regole, «stella polare» per chi guida, ha insistito anche il prefetto Antonio Garufi che ha ricordato come sia «non solo importante la repressione ma anche la prevenzione. L'educazione è, infatti, essenziale per far crescere la nostra civiltà. Sono troppi gli episodi di cialtroneria che dobbiamo combattere rispettando regole e leggi». Il questore Massimo Macera ha, invece, aggiunto che «bisogna fare ancora di più e una giornata come questa serve ad aprire gli occhi e meditare. Anche i cittadini, però, devono aiutare loro stessi». Perché una comunità, come ha sottolineato monsignor Alfredo Chierici durante la messa in Cattedrale in cui si è pregato per le vittime della strada, «non sta a guardare». Come su un incidente, dove «c'è chi rallenta per curiosità, ma anche chi si ferma per portare soccorso».

Michele Ceparano

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