×
×
☰ MENU

L'intervista

Alessia Capelletti, certezza crociata fra i pali: «La Nazionale, il mio sogno. Ma ora penso solo al Parma»

Alessia Capelletti, certezza crociata fra i pali: «La Nazionale, il mio sogno. Ma ora penso solo al Parma»

di Vittorio Rotolo

22 Novembre 2022, 03:01

Il 19 novembre 1995, al Tardini, un giovanissimo Gigi Buffon ferma il Milan. Nello stesso giorno, 27 anni dopo, sempre in quello stadio, l'estremo difensore del Parma Calcio femminile Alessia Capelletti si avvicina all'impresa del leggendario collega, issando contro la Juventus un muro che regge addirittura oltre il novantesimo, prima della rimonta bianconera confezionata nel recupero. «Facciamo fatica a liberarci del rammarico perché, al netto dell'indiscutibile valore dell'avversario, con un pizzico di attenzione in più avremmo potuto fare punti» spiega Capelletti, autrice sabato di una serie di prodigiosi interventi. «Ordinaria amministrazione» si limita a sottolineare lei, fin troppo umile. «In ogni caso – aggiunge - qualcuna di queste parate l'avrei barattata volentieri con un risultato positivo. Se guardiamo il bicchiere mezzo pieno, però, credo che una prestazione del genere ci restituisca quella consapevolezza da mettere a frutto nel prosieguo: d'ora in avanti, servirà ancora più fame».

Cosa è cambiato nelle ultime settimane?

«Con mister Panico stiamo iniziando a costruire qualcosa: gli aspetti tecnico-tattici sono essenziali ma, davanti a un momento complicato, per la squadra è importante trovare un'identità ben definita».

Il pallone alzato sopra la traversa sulla pennellata di Girelli, il balzo felino sul colpo di testa di Pedersen, l'opposizione di piede ancora su Girelli: di queste tre prodezze, quale la più difficile?

Forse il secondo intervento su Girelli: era un tiro insidioso, a botta sicura e sul primo palo. Le altre due invece sono classiche parate di posizione, che tutte noi curiamo in allenamento col preparatore Giuseppe Martino: la prima richiedeva una lettura adeguata, nell'altra su Pedersen c'è invece tanto istinto. Ma non mi chieda come sono riuscita ad arrivarci: non lo so nemmeno io (ride, ndr)».

Le sue parate, sabato, avranno fatto strabuzzare gli occhi persino a Buffon.

«Quando incrocio Gigi, mi sento così piccola se penso alla grandezza del campione e alla statura morale dell'uomo. Quando vinse il Mondiale, nel 2006, facevo la terza elementare e avevo iniziato a giocare da poco nella mia Cremona: Buffon è sempre stato un modello di riferimento. Lo è ancora adesso, per tutti i portieri, proprio per la sua capacità di adattamento a un ruolo che, in questi anni, è cambiato più di ogni altro. È bello sapere che Gigi guarda le nostre partite. Negli scambi che abbiamo avuto mi ha fatto i complimenti per qualche parata: se avessimo più tempo, di consigli da chiedergli ne avrei».

Fino al 2011 lei giocava con i maschietti. E poi?

«Sono passata al Mozzanica, venendo aggregata per la prima volta alla serie A. Con l'Inter ho ottenuto la promozione nella massima serie. Quindi altri due campionati ad Empoli, con buoni risultati».

Con il Parma, il feeling è scattato subito.

«C'è l'orgoglio di far parte di una società che ha una visione avanguardista del calcio femminile, assicurando pari dignità e opportunità a uomini e donne. Gli investimenti, al Parma, sono accompagnati da un contenuto valoriale di spessore».

Salvezza e Nazionale italiana, i suoi prossimi obiettivi?

«Un passo alla volta: per adesso sono concentrata sul Parma. Non mi accontento della salvezza: voglio rimanere qui il più a lungo possibile per raggiungere i migliori risultati. Alla maglia azzurra ci penso, certo: è il sogno di ogni giocatrice. E naturalmente anche il mio».

Vittorio Rotolo

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI