LA CONDANNA
Quando hanno controllato il conto corrente del condominio si sono trovati davanti a buchi che, in alcuni casi, si sono rivelati delle vere e proprie voragini. È il caso di un grosso condominio all'angolo tra via Verdi e via Bottego, dal cui conto sono spariti quasi 120mila euro, oppure dei circa 42mila euro versati dagli inquilini di un immobile Acer in via Strela che però si sono volatilizzati. Ma a dover fare i conti, è proprio il caso di dirlo, con quell'amministratore già condannato per una gestione molto opaca delle finanze condominiali sono stati altri cinque palazzi della città. In tre hanno deciso di costituirsi parte civile nella speranza di riuscire ad essere risarciti. Su questo aspetto i tempi rischiano di non essere brevi: il risarcimento ha imboccato la strada del tribunale civile.
Intanto, il procedimento penale è arrivato ad un primo punto fermo: la condanna in primo grado di un amministratore condominiale - nonché legale rappresentante di una società di servizi fallita nel 2018 - a 2 anni e mezzo di reclusione e al pagamento di una multa di 800 euro. Così ha deciso venerdì il giudice monocratico Giuseppe Monaco, mentre il pm Rino Massari aveva chiesto 6 mesi in meno di reclusione. L'accusa, per tutti i conti corrente svuotati, era di appropriazione indebita.
I fatti risalgono alla fine del 2015, quando l'amministratore, oggi 66enne, si sarebbe appropriato senza averne titolo delle rate pagate dai condomini di sette palazzi. Somme relative al pagamento di servizi e utenze. Stando alle indagini, la voragine creata dall'amministratore ammonta a 250.243 euro. Soldi che, come già spiegato, sono stati prelevati qua e là tra i condomini che amministrava. Si va dal palazzo all'angolo fra via Verdi e via Bottego (-119.241 euro), al condominio Acer in via Strela (-41.785 euro), proseguendo con gli altri cinque palazzi: uno in strada Navetta (-37.898 euro), uno in via Genova (-33.706 euro), uno in via Jerusalem (-8.901 euro), uno in via Don Walter Oliva (-4.847 euro), per terminare con un condominio in via Bocchi (-3.865 euro).
Il problema è nato tra la società gestita dall'amministratore (poi dichiarata fallita nel giugno 2018) e alcuni fornitori, come elettricisti e idraulici: per riuscire a pagarli l'amministratore avrebbe prelevato le somme dai conti corrente dei sette condomini, gestendo così in modo irregolare i versamenti fatti dai vari condomini. Una volta fallita la Plurima però, i fornitori che vantavano ancora dei crediti si sono rivolti a chi abitava nei palazzi. Da qui l'amara scoperta della voragine nei conti.
Stefano Delsignore, avvocato dell'amministratore già condannato a sei mesi nel 2019 e al pagamento di 900 euro di multa, sempre per appropriazione indebita, è lapidario: «Sicuramente proporremo appello. Il mio assistito ha commesso irregolarità formali nella amministrazione, ma non si è mai appropriato delle somme di denaro né si è mai arricchito».
P.Dall.
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