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Liturgia

In chiesa senza le restrizioni Covid: ma prevale la prudenza

In chiesa senza le restrizioni Covid: ma prevale la prudenza

05 Dicembre 2022, 03:01

Doveva essere il giorno in cui - secondo la direttiva della Cei inviata venerdì sera a tutte le diocesi - la messa domenicale ritrovava i gesti liturgici pre-Covid, accantonati da oltre due anni: l'acqua nelle acquasantiere; il segno della pace dandosi la mano; Cresima, Battesimo, Unzione dei malati e Ordinazioni celebrati con l'unzione diretta dei fedeli, e non con garze o cotone idrofilo; la processione offertoriale; non più distanziamento fra i fedeli nelle panche.

In realtà ha prevalso quello che il vescovo Enrico Solmi definisce «atteggiamento prudenziale. La liturgia si esprime con tutti i cinque sensi, acqua e olio sono segni fondamentali, ed è giusto tornare a questa totalità di espressione. Ma non c'è fretta, non guasta arrivare gradualmente alle condizioni pre-Covid, anche per continuare a godere della libertà che le misure di distanziamento e igiene ci hanno garantito».

Anche perché la Cei - caldeggiando l'uso della mascherina in alcuni casi, invitando i fedeli ad igienizzare le mani, e i sacerdoti a dare la comunione «preferibilmente in mano» - lascia la possibilità ai singoli vescovi di decidere, in situazioni specifiche locali, se «adottare provvedimenti e indicazioni più particolari».

E così lo stesso vescovo Solmi - che ha già diramato a tutti i parroci le indicazioni della Cei - nel celebrare due messe domenicali, ieri ha scambiato il segno della pace semplicemente alzando la mano sinistra e ha dato indicazione di continuare a dare la comunione in mano, anche se chi vuole la potrà ricevere in bocca. Anche molte acquasantiere ieri sono rimaste «a secco» (ma non quella della Cattedrale).

Senz'acqua ad esempio l'acquasantiera del Duomo di Colorno, dove ieri ha celebrato messa don Paolo Carossa, cerimoniere della Diocesi: «Il segno della croce con l'acqua ricorda il Battesimo e lo scambio della pace toccandosi è significativo, ma ieri non lo abbiamo fatto. Sono gesti importanti, ma bisogna ancora prestare attenzione al contagi» dice.

Anche Raffaele Boselli, segretario del vescovo, che ieri è andato a messa fuori città, spiega di aver trovato l'acquasantiera vuota, e di essersi limitato ad uno sguardo sorridente allo scambio della pace. Ma non nasconde il desiderio di tornare alla tradizione: «La privazione di certi gesti ha allontanato molto le persone, isolandole, anche fuori dal contesto religioso. È giusto tornare a facilitare la socializzazione».

Chi invece alla messa domenicale, nella chiesa di San Paolo, non ha avuto titubanze nello stringere la mano al momento dello scambio della pace, è Andrea Gennari, un fedele: «L'ho vissuto come un gesto spontaneo, e gli altri hanno risposto altrettanto spontaneamente. Sarei stato a disagio nel farlo prima, ma ora che le regole si stanno allentando ovunque, è un buon segno tornare a darsi la mano».

m.t.

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