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Il delegato alla sicurezza

Stefanì, prima tappa San Leonardo: «Guai a fallire»

Stefanì, prima tappa San Leonardo: «Guai a fallire»

di Michele Ceparano

08 Dicembre 2022, 03:01

La notizia era nell'aria e ieri mattina ha assunto i crismi dell'ufficialità. Daniele Stefanì è il nuovo delegato alla Sicurezza del Comune. Volto conosciutissimo a Parma, dov'è arrivato dalla Puglia nel 1988, per oltre trent'anni ha fatto il poliziotto «per strada». Nel senso che ha avuto nel dialogo e nell'equilibro le sue «armi» più preziose. Tranne due brevi periodi alla Squadra mobile, ha sempre lavorato alla Digos e grande è stato il suo impegno anche sul versante sindacale, con la Cgil. La scelta per un incarico così delicato è, dunque, caduta su uno che conosce alla perfezione la città e che è allergico a stare dietro una scrivania. Uno che consumerà le suole delle scarpe nei quartieri.

Stefanì è già, come si dice in gergo, operativo e, ad esempio, sul disagio giovanile va subito al punto: «Il nome corretto non è baby gang ma questi giovani rischiano di diventarlo. L'azione deve perciò essere duplice: si sta sul territorio con l'aiuto di figure come lo street tutor, ma si va anche nelle scuole per fare aumentare la consapevolezza. E io ci andrò e preparerò il terreno perché la politica possa poi mettere in campo dei progetti».

L'ex poliziotto, il cui incarico durerà finché Guerra sarà sindaco e che, oltre al primo cittadino, si rapporterà con l'assessore alla Legalità ma anche con altri come, ad esempio, quello alla Rigenerazione urbana e al Welfare, partirà da San Leonardo dove il Comune, nell'ambito del progetto «Legalità e coesione», ha appena istituito l'agente di comunità. «Se questo progetto fallirà - non usa mezzi termini - la colpa sarà mia perché sarò io a dover fare in modo che funzioni. Ne condivido la visione e comprende tutto ciò che io dico e penso da decenni».

Il progetto-San Leonardo sarà, dunque, il suo primo banco di prova. «Ciò che è stato promesso - aggiunge - deve diventare sostanza. È un buon progetto ma se arranchiamo lì, fallisce tutta l'idea. Sarebbe un peccato». Anche sull'annosa questione insicurezza reale-insicurezza percepita, non spacca il capello in quattro. «Bisogna intervenire su entrambe - risponde -. Non è, ad esempio, che quella solo “percepita” sia meno grave. Sempre di insicurezza e paura si tratta e spesso colpisce i più fragili che hanno meno strumenti per tutelarsi. Bisogna garantire a tutti la stessa sicurezza e la stessa sensazione di sicurezza. E qui credo di poter dire alla politica come fare».

Stefanì in questo nuovo incarico ritroverà la polizia locale con cui nella sua lunga carriera ha condiviso «pioggia, neve, caldo e disagi. Hanno bisogno di lavorare con serenità ricordando sempre che hanno la fortuna di essere la polizia della comunità».

Michele Ceparano

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