IL CASO
Le loro strade si erano divise un paio d'anni prima. E in quei giorni di fine luglio del 2019 i due figli - una ragazzina di 14 anni e il fratello di 12 - erano andati dal padre per trascorrere un po' di tempo insieme. A casa con mamma per tutta la settimana, ma un giorno lo trascorrevano con papà, e poi c'erano i fine settimana durante i quali i genitori si alternavano. Quel 30 luglio sarebbero dovuti tornare a casa di mamma per l'ora di cena. Ma fin verso le 23 sono rimasti (soli) nell'appartamento di papà. Più di dieci ore senza nessuno accanto, per Paola e Daniele (li chiameremo così). E lei, ragazzina cresciuta in fretta, era stata costretta a mostrarsi sempre più paziente e premurosa nei confronti del fratello, un ragazzino autistico. Denunciato per abbandono aggravato di minore , ieri il padre - 46enne, origini sarde, ma da anni residente a Parma - è stato condannato a 10 mesi dal giudice Giuseppe Monaco, come richiesto dal pm Massimiliano Sicilia. Potrà godere della sospensione della pena, solo però se, al passaggio in giudicato della sentenza, pagherà 3.000 euro di provvisionale all'ex moglie, che si era costituita parte civile per i figli. Una condanna a cui pochi minuti dopo se ne è aggiunta un'altra (non sospesa): 2 mesi, 20 giorni e 200 euro di multa per violazione degli obblighi di assistenza familiare, per non aver versato da anni quanto dovuto per il mantenimento.
Non solo soldi, però. Perché quel giorno di luglio, dopo aver portato a casa il pranzo per i figli, era uscito dicendo che sarebbe andato a lavorare. Ed è possibile che l'abbia fatto, visto che in quel periodo faceva il giardiniere. Ma poi se ne erano perse le tracce.
Paola e la mamma si erano sentite più volte quel giorno. Verso le 6 del pomeriggio la ragazzina era ancora piuttosto tranquilla, perché poco prima aveva avuto modo di parlare al telefono con il padre. Certo, i piani erano cambiati, perché lui le aveva detto che sarebbero rientrati dalla mamma dopo aver cenato, tuttavia non c'era motivo d'allarmarsi.
Ma nemmeno all'ora di cena il padre si era fatto vivo. E Daniele cominciava a innervosirsi. La madre lo sentiva singhiozzare al telefono. Le chiavi lasciate in casa, poi, non giravano nella serratura, o almeno la ragazzina non riusciva ad aprire quella porta. E il telefonino del padre? Sempre spento, nonostante l'ex moglie avesse provato e riprovato fino alle 23. Quando ha deciso di chiamare i carabinieri, arrivati poco dopo insieme a lei davanti a casa.
Ma l'ex marito dove aveva trascorso tutte quelle ore? Al bar, pare. Perché lui non si è mai fatto vedere al processo né ha parlato con l'avvocato. In realtà, quel giorno, rientrato a casa dopo l'arrivo dei carabinieri, aveva risposto alla figlia: «Dove sono stato? Per i fatti miei», le aveva spiegato.
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