via Borghesi
Martedì mattina in via Borghesi, tra via Garibaldi e via Verdi, sono arrivati gli agenti della polizia locale. E hanno trovato un negozio «in stato di degrado con carenze igienico sanitarie» stabilendone la chiusura immediata.
Nemmeno 24 ore dopo, però, i clienti entravano e uscivano regolarmente da quell'emporio etnico. Anche se sulla porta spiccava un pezzo di carta con su scritto «Chiuso per manutenzione». Nel pomeriggio anche il cartello è scomparso. E il negozio «oggetto di ripetute segnalazioni da parte di cittadini» ha ripreso tranquillamente a servire nonostante le «comunicazione al settore competente del Comune di Parma e la denuncia all’Autorità giudiziaria».
A segnarlo, con comprensibile irritazione, gli stessi abitanti della zona che per qualche ora hanno sperato che qualcosa cambiasse per quel «negozio di prossimità etnico» che ha già accumulato un numero imbarazzante di chiusure. Ma senza esito. In questo ultimo caso gli agenti hanno trovato in un frigorifero «20 kg di sgombro congelato sfuso senza indicazione di tracciabilità insieme ad alimenti sfusi e ad altri direttamente sulla pavimentazione». Ma non solo: il locale era usato come deposito di merce assortita, biciclette e monopattini e in «un altro congelatore contaminato di muffa erano conservati capi di abbigliamento».
Il risultato di queste scoperte è stata naturalmente la decisione di chiudere immediatamente l'esercizio in attesa che venissero ripristinate le condizioni igienico sanitarie. Un intervento che i gestori devono aver compiuto a tempo di record visto che, come detto, già il mattino dopo il negozio era perfettamente operativo.
«In base alla attuale legislazione questo è quanto è possibile fare: non ci sono altre soluzioni», fanno sapere dal comando di via del Taglio chiarendo che non è previsto un periodo minimo di chiusura e che se tutto è tornato a posto nulla osta la riapertura.
Una spiegazione ineccepibile in termini di regolamenti che tuttavia non ha spiegato molti abitanti che segnalano come, al di là dei dettagli igienici, quel bugigattolo che un tempo ospitava una trattoria da tempo si è trasformato in un punto di ritrovo per sfaccendati. «In realtà vendono solo birra con quello che ne consegue - spiega un abitante che in passato ha sottoscritto uno dei molti esposti presentati. - Il marciapiede è perennemente colonizzato, le bottiglie vuote si ammassano e gli strepiti, le grida e talvolta le zuffe assediano la via. Quindi più che una chiusura per poche ore servirebbe molto altro». Una richiesta condivisa da molti ma in cui pochi credono. «Durante il periodo del covid è stato fatto chiudere più volte. Un giorno all'arrivo degli agenti sono stati trovati dentro in otto senza mascherina, intenti pure a mangiare. Il risultato? Dopo pochi giorni tutto è ricominciato. Proprio come questa volta».
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