Intervista
E’ specialista mozartiana e ha dato voce ai personaggi femminili del «Don Giovanni» di Mozart, compositore femminista ante litteram che delle donne amava l’ingegno e l’audacia, per oltre cinquecento recite in tutto il mondo. Il soprano Carmela Remigio è la primadonna nel cast dell’opera che aprirà la Stagione Lirica del Teatro Regio, giovedì prossimo, uno spettacolo storico per la regia di Mario Martone e la direzione musicale di Corrado Rovaris.
Interpreterà Donna Elvira che, con Donna Anna, rappresenta le due facce della stessa medaglia. Anna sarà cantata da Mariangela Sicilia, che è stata sua allieva, una delle più belle voci della sua generazione che, in un incrocio di ruoli, ha appena debuttato Elvira a Torino con il maestro Riccardo Muti.
Signora Remigio, il numero delle sue interpretazioni di quest’opera fa concorrenza al «Catalogo» del protagonista. Il suo amore con Don Giovanni, dopo anni, è ancora vivo più che mai?
«Quest’opera è la costante della mia vita. Non mi stancherei di cantarla altre cinquecento volte perché è l’opera perfetta. Le due donne sono emotivamente e teatralmente opposte. Anna è la più grande mentitrice della storia del melodramma. Abbraccia la figura di Don Giovanni, metaforicamente e anche non, ne rimane scottata a vita ma non riesce a dirlo né a se stessa né al mondo e cova rabbia, non è mai trasparente in nessuna parola che dice. Di contro Elvira è fuoco, passione e in modo diretto va alla ricerca di quell’amore che ha vissuto per tre giorni. Lei e Don Giovanni hanno avuto un amore carnale e travolgente. Elvira è molto innamorata e non si rende conto che è impossibile salvare il libertino e tenerlo per sé. Quando Don Giovanni, l’unico uomo che ha amato, muore decide di entrare in convento e quindi di chiudere, per sempre, con la possibilità di amare. E’ una donna trasparente. Tanto amo musicalmente Anna e tanto amo teatralmente, e nel suo modo di essere diretta, Elvira. Sono due mondi femminili paralleli e dentro ognuna di noi c’è un po’ di entrambe. Mozart e Da Ponte descrivono l’animo dei personaggi come solo Verdi, con i suoi librettisti nell’Ottocento, ha fatto. Mozart è il padre di quello che poi Verdi ha sviluppato».
Signora Sicilia, in questa produzione si trova a dividere il palcoscenico con quella che è stata la sua maestra, che effetto le fa?
«Sono felice di debuttare a Parma con questo capolavoro e in una produzione storica ed è un privilegio per me cantare con Carmela, per di più in un ruolo che per lei è stato iconico. Con lei ho studiato soprattutto Mozart e teneva molto alla cura dell’esecuzione ma anche allo scavo del personaggio, all’importanza che Mozart da alle donne, che sono sempre vincitrici nelle sue opere. Qui interpretiamo due donne importanti in una produzione storica. Le due arie di Anna sono i capisaldi del personaggio ma soprattutto guardano avanti. La seconda, soprattutto, strizza l’occhio al belcanto con recitativo, aria e cabaletta, pur senza arrivare all’interpretazione belcantistica. Anna ha queste due arie preziosissime, mentre Elvira mi diverte molto in scena. L’ideale è cantarle entrambe!».
Ilaria Notari
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