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Aveva 56 anni

Morto Guido Dall'Aglio, «storico» tabaccaio di San Pancrazio

Morto Guido Dall'Aglio, «storico» tabaccaio di San Pancrazio

di Lorenzo Sartorio

10 Gennaio 2023, 03:01

Di «mondi piccoli» di guareschiana memoria ne esistono, o meglio ne esistevano, tanti, sia nel nostro territorio che altrove. San Pancrazio fu uno di questi microcosmi. Infatti, un tempo, aveva il suo Comune, la sua caserma dei Carabinieri, la sua scuola, l’antica chiesa parrocchiale e alcuni negozi, tipo qualche osteria, bar, alimentari, tabaccheria ed edicola.

Guido Dall’Aglio, scomparso nei giorni scorsi a 56 anni, di questo «mondo piccolo» fu uno dei più noti ed amati personaggi. Adorava il suo paese, al quale era molto affezionato, e sentiva una forte appartenenza alla propria comunità.

Figlio di Vittorio e Carmen, che nel 1963 rilevarono la tabaccheria-edicola di famiglia, che a quei tempi era una sorta di emporio dove si potevano trovare dai giornali, a sigarette, sigari, giocattoli, merceria, articoli essenziali di profumeria e cartoleria, quando i genitori si ritirarono per andare in pensione, proseguì, con la sorella Paola, l’attività che iniziò fin da ragazzo con quell’entusiasmo e quella passione per il proprio lavoro che lo caratterizzarono sempre.

In un’intervista rilasciata alcuni anni fa alla Gazzetta confidò al cronista: «Da piccolo scorrazzavo dietro al bancone, ricordo mio padre pranzare con una gamba fuori dalla tavola. Se fosse entrato un cliente, sarebbe saltato in piedi per andare a servirlo».

Una famiglia con la vocazione di stare dietro il banco. Infatti il nonno di Guido, anche lui Guido, gestì un locale a Castelnuovo di Golese tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Poi, nel 1954, arrivò a San Pancrazio, che equivalse per i Dall’Aglio a radici, famiglia, lavoro, passione e vita.

«San Pancrazio è San Pancrazio - confidò al cronista - ed io, nel mio piccolo, cerco di dare un buon servizio, per essere presente per le necessità delle persone».

A fianco di Guido, la sorella Paola ed anche la fedele Antonella, per tanto tempo storica commessa ma, soprattutto, «una di famiglia», andata in pensione lo scorso anno, alla quale sono subentrate Nicole e Monica.

Carattere solare, aperto, amante della compagnia ma, soprattutto, del proprio lavoro, Guido era davvero instancabile e sempre presente quando c’era bisogno della sua generosità e della sua esperienza.

Ricoprì, infatti, diversi incarichi, come quello alla guida del Gruppo giornalai aderenti ad Ascom. Ma era sempre in prima linea anche quando c’era da collaborare con la parrocchia e con i volontari che organizzavano la tradizionale «cena degli strajè». Alcuni mesi fa la grave malattia, che affrontò con coraggio e dignità senza mai far pesare il suo precario stato di salute e rimanendo sempre al timone del suo negozio, pietra miliare di questo antico paese attraversato dalla Via Emilia.

Sposato dal 1998 con Cinzia, era legatissimo alla famiglia: ai genitori Vittorio e Carmen, alla sorella Paola, al fratello Davide ed agli adorati nipoti Francesca, Marco, Leonardo e Sofia che stravedevano per quello zio davvero speciale.

I suoi clienti gli erano affezionatissimi. Con molti di loro aveva instaurato un rapporto di profonda amicizia. «Il cliente - amava ripetere - è come il caffè appena svegli. Se non c’è, manca. Non potrei stare senza il commento della mattina sul titolo della Gazzetta, sulla notizia di sport, sull’ultima di politica». E, questo, significa amare il proprio lavoro e la propria gente. Guido Dall’Aglio, tutto ciò, lo testimoniò alla grande.

Lorenzo Sartorio

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