MALTRATTAMENTI
Una ragazzina spaventata. In fuga da casa e pronta ad aggrapparsi ad ogni promessa. E lui - 14 anni in più, marocchino come lei - le era sembrato una straordinaria ancora di salvataggio quando lo aveva conosciuto per strada quel giorno di novembre del 2019. Ma per Fatima, 18 anni non ancora compiuti quando lo aveva incontrato, i progetti si erano sgretolati neanche un mese dopo. Aveva cominciato a fare i conti con la sua gelosia ossessiva, il suo senso di dominio e controllo. Poi erano arrivate anche le botte: Fatima si era sentita prigioniera dentro le mura di casa. Accusato di maltrattamenti, violenza sessuale e sequestro di persona, l'uomo - oggi 35enne - è stato condannato a 2 anni solo per il primo capo di imputazione. Assolto dalle altre due accuse, invece, perché il fatto non sussiste. Il collegio, presieduto da Paola Artusi, ha anche disposto un risarcimento complessivo di 5.000 euro per la donna, che si era costituita parte civile.
Aveva dovuto superare titubanze e paure per uscire allo scoperto: la prima volta si era presentata davanti ai carabinieri per raccontare il suo dramma, ma non si era spinta fino a chiedere che si procedesse nei confronti dell'ex compagno. Poco dopo, però, insieme a una mediatrice culturale, aveva integrato la denuncia senza tralasciare nulla. E così aveva messo in fila i ricordi di quei quattro mesi, dall'incontro del marzo 2019 fino a luglio. Aveva parlato di calci, schiaffi e pugni arrivati dopo liti per problemi inesistenti, ma lui aveva un obiettivo: creare il conflitto e soprattutto isolare sempre più Fatima. Ascoltava le sue telefonate e spesso metteva le mani sul suo cellulare per passare in rassegna messaggi e numeri chiamati.
Ogni tanto riusciva a vedere le sorelle, eppure non si era mai confidata: se ne era andata di casa dopo una lite furiosa e la sua preoccupazione era quella di ritrovarsi senza una casa. Ma soprattutto era paralizzata dalla paura: lui aveva saputo adombrare l'impossibile ottenendo ciò che voleva. Un'obbedienza dovuta anche alle minacce di riti magici, anche con animali, che avrebbero potuto far scattare il malocchio su di lei. Se poi l'avesse denunciato, la fattura sarebbe stata certa.
Qualche accenno di quella quotidianità fatta di violenza l'aveva fatto a una conoscente, una connazionale di cui si fidava nonostante non fossero legate da anni di amicizia.
Difficile andarsene, abbandonare la certezza di avere un tetto sopra la testa. Aveva lottato con se stessa, con le sue insicurezze di ragazzina, ma era riuscita a svoltare. Uscita di casa, aveva tagliato ogni contatto, bloccandolo sia sui social che al telefono. In pochi mesi aveva rialzato la testa.
Georgia Azzali
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata