Il ritorno in campo
Chiamiamoli dettagli. Che poi, a pensarci bene, dettagli non lo sono affatto. Sono quei particolari che identificano la statura morale di un uomo, prima ancora che del grande campione. Capita così che Gigi Buffon reagisca con il sorriso e una compostezza da far invidia alla bordata di fischi e ai cori infarciti di offese personali piovutigli addosso dagli spalti di San Siro. Che Buffon non fosse proprio un ospite gradito dalle parti del Meazza lo si poteva anche intuire, in ragione dei trascorsi con la maglia della Juve che il popolo interista non gli ha evidentemente perdonato. Ma apostrofare con beceri insulti un monumento del calcio internazionale, eroe mondiale di Berlino 2006, uno che a quasi 45 anni scende in campo con l'entusiasmo di un ragazzino facendo ancora la differenza ad alti livelli (ma varrebbe per qualunque altro giocatore, sia ben inteso), oltre che profondamente irrispettoso è francamente inaccettabile.
Nella notte delle sue 250 presenze con la maglia del Parma, alle continue provocazioni del pubblico interista il capitano ha risposto alla sua maniera anche a livello di prestazione sul campo. Al rientro, da titolare, dopo il lungo stop per infortunio, Gigi ha infatti dato sicurezza al reparto difensivo e in generale a tutta la squadra, tenendo vive fino all'ultimo le speranze di qualificazione. È capitolato allo scadere dei tempi regolamentari, messo fuori casa dalla sfortunata deviazione di Osorio sul tiro di Lautaro, ma qualche istante dopo ha sbarrato la strada a Dzeko, con una prodezza degna della sua fama. Nulla ha potuto invece sul colpo di testa di Acerbi, dopo aver respinto nell'unica maniera possibile il cross di Di Marco.
La cinquantesima nella «Scala del calcio»
Quella degli ottavi di Coppa Italia fra Inter e Parma è stata una partita speciale per Buffon: la sua cinquantesima apparizione in gare ufficiali a San Siro, nella «Scala del calcio».
La sua prima in assoluto in questo stadio risale al 22 dicembre 1996, gara di campionato densa di significato anche per altri protagonisti. Quel Milan-Parma vede i rispettivi allenatori sfidare il proprio passato: Arrigo Sacchi (appena tornato sulla panchina rossonera al posto di Tabarez) da una parte, Carlo Ancelotti dall'altra. Vince la formazione gialloblù, con la rete di Mario Stanic. E quel giorno c'è anche un bel duello a distanza fra Buffon e il portiere milanista Angelo Pagotto, quest'ultimo titolare della Nazionale Under 21 (Gigi era il suo secondo) guidata da Cesare Maldini che qualche mese prima aveva vinto il titolo europeo, in Spagna.
Altra data da ricordare per Buffon a San Siro, il 21 agosto 1999: il Parma conquista la Supercoppa italiana superando in rimonta il Milan grazie alle reti di Crespo e Boghossian ma soprattutto alle parate decisive del suo portiere, allora 21enne, che salva due volte su Bierhoff.
Nella carriera di Buffon, San Siro è stato naturalmente teatro di epiche sfide scudetto. Come quella dell'8 maggio 2005 quando la sua Juve trafigge il Milan con il guizzo di Trezeguet, su un'invenzione di Del Piero. Al resto ci pensa come sempre Gigi, opponendosi a due tentativi di Pippo Inzaghi. E il tricolore è bianconero.
San Siro, terra anche di polemiche: il 25 febbraio 2012 durante un Milan-Juve che farà discutere a lungo per il gol fantasma di Muntari. Sul colpo di testa del centrocampista, la respinta di Buffon avviene quando il pallone ha già abbondantemente oltrepassato la linea di porta. L'arbitro Tagliavento e il guardalinee lasciano proseguire: i rossoneri, in vantaggio 1-0, si fanno raggiungere nel finale da Matri. E la Juve di Conte spicca il volo verso lo scudetto.
Gioie ma anche dolori, al Meazza, per Buffon, che in questo stadio disputa la sua ultima partita delle 176 collezionate con la maglia azzurra. Il 13 novembre 2017, Italia-Svezia 0-0, rappresenta uno dei punti più bassi della storia della nostra Nazionale, che si ritrova fuori dai Mondiali in Russia. Gigi ci mette la faccia chiedendo scusa, in lacrime, ad un Paese intero.
Con la maglia della Juve, infine, le sfide più recenti a San Siro. Il 28 aprile 2018 contro l'Inter, un finale pirotecnico, con il clamoroso uno-due che consente ai bianconeri di firmare una rimonta pazzesca. Nel febbraio 2021, infine, sempre contro i nerazzurri, lo 0-0 nella semifinale di ritorno di Coppa Italia premia la Juve, che si aggiudicherà poi il trofeo battendo l'Atalanta.
Martedì, col Parma, è andata diversamente: a staccare il pass per i quarti è stata l'Inter, ma se la sfida ha decretato un vincitore morale quello è proprio Gigi Buffon. Solo applausi a scena aperta, per lui.
Vittorio Rotolo
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