×
×
☰ MENU

Sangue sulle strade

La tragedia della Massese: a casa di Martina un anno dopo

La tragedia della Massese: a casa di Martina un anno dopo

di Maria Chiara Pezzani

14 Gennaio 2023, 03:01

Langhirano È passato un anno, ma il tempo è come se si fosse cristallizzato. Nella casa a Pilastro che guarda le colline, la sua camera, quella che aveva voluto arredare secondo il suo gusto, con le lucine led e il tappetino bianco di fronte allo specchio dove si sedeva per truccarsi, è ancora come l’ha lasciata quel pomeriggio del 15 gennaio quando era uscita con gli amici.

Ufficialmente Martina Karakach è morta il giorno seguente, ma dopo lo schianto che l’ha coinvolta intorno alle 19 lungo la Massese insieme a Josef Venturini e Renat Tonu, per lei - come per i suoi due amici - non c’era più nulla da fare. Si è atteso il tempo necessario per gli accertamenti medici, poi la decisione coraggiosa e ammirevole in un momento straziante di donare i suoi organi, che hanno salvato la vita a quattro bambini. Appeso sopra il letto ora c’è un cartellone con le firme e i pensieri dei suoi compagni e compagne di classe e degli insegnanti all’istituto Vittorio Alfieri di Parma. Hanno deciso che nessuno si siederà nel banco che era di Martina.

«Sembra ieri. Un battito di ciglia» dice la mamma Ilaria Alfieri. Sul telefono scorre le foto della figlia. Dietro quelle immagini, alcune abbiamo imparato a conoscerle in questi mesi, c’è una ragazza che aveva una vita davanti, intelligente, determinata, ironica e divertente come mostrano alcuni video che la mamma conserva. Era adorata dai nonni e dagli amici. «Era bravissima a scuola e i professori rimarcavano sempre la sua educazione. Martina era una ragazza responsabile, con la testa sulle spalle. Era creativa, le piaceva la musica, la moda, fare shopping», prosegue accennando un sorriso mentre ricorda quando le «rubava» i vestiti per tagliuzzarli e adattarli al suo gusto. Il tempo si è fermato ma in questi mesi di cose ne sono accadute. Dal compleanno in piscina che Ilaria ha voluto organizzare per il 18° di Martina lo scorso 20 luglio, alla raccolta fondi in suo nome che ha permesso di donare due tiralatte alla Neonatologia di Parma. Non ultimo il suo impegno, determinato e risoluto, perché la Massese, e in particolare l’incrocio dove è morta Martina, possa essere messo in sicurezza. «Il dolore non te lo toglie nessuno, va accolto e basta. Il dolore è Martina e c’è sempre, perché Marina ci sarà sempre. Io l’ho trasformato in qualcosa da portare a termine, in un impegno per la sicurezza della strada. Mi sono impuntata – spiega -. Ogni nuovo incidente per me è un dolore e la morte di Tiziana Sani l’ho vissuta come una sconfitta. Il mio pensiero è andato subito ai suoi famigliari».

E ogni volta che sente le sirene di un’ambulanza inevitabilmente il pensiero corre a quel sabato. «Quel pomeriggio non doveva nemmeno uscire», ripete la nonna Gina Lupo. Un pensiero quasi ossessivo, come i «se» che ronzano in testa, che tormentano di fronte a una tragedia impossibile da accettare. Un dolore a cui si sono sommati voci e commenti circolati.

«Mi dispiace non sentire l’appoggio della comunità. Vorrei che le persone sospendessero i giudizi – spiega -. Sono parole che a noi fanno male e i ragazzi non si possono più difendere. Sulla vicenda ci sono perizie legali e si esprimerà la magistratura».

«La casa è vuota» si stringe il volto la nonna. Ci sono i suoi amati animali, la cagnolina e il gatto con cui Martina è cresciuta, e il coniglio, l’ultimo arrivato che aveva tanto voluto. E ci sono i ricordi a cui ci si aggrappa per rendere meno atroce quell’assenza, che è diventata presenza in un modo diverso, meno tangibile. Quella di una ragazza che è stata amata, tanto, e che non può essere dimenticata. Gli amici di Martina, uniti a quelli di Josef e Renat, la ricorderanno domani sera con una veglia alle 18.30 all’incrocio dove è avvenuto l’incidente, dove il tempo si è fermato e da un anno fiori e cartelli catturano lo sguardo, ricordando a chi passa i tre ragazzi che hanno perso la vita.

Maria Chiara Pezzani

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI