Ospedale
Giovanissima paziente aggredisce tre infermiere e le manda al pronto soccorso. Un episodio grave e anche doloroso. Non solo per le prognosi - le operatrici guariranno in cinque e tre giorni -, ma anche per il contesto in cui il fatto è avvenuto.
La minorenne, che è una paziente proveniente da una struttura protetta e seguita dalla Neuropsichiatria, si trovava temporaneamente in un reparto pediatrico dell'ospedale Maggiore per delle terapie. Ieri mattina poco prima delle 8, l'adolescente ha dato in escandescenze. Immediato l'intervento di tre infermiere che hanno cercato di calmarla. Rimediando, però, dei colpi in ogni parte del corpo. Nel disperato tentativo di fermarla hanno, infatti, ricevuto dei calci e dei pugni e hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dove una di loro è stata giudicata guaribile in cinque giorni mentre le altre due in tre. Per la paziente, invece, è stato disposto il ricovero in Diagnosi e cura. Il drammatico episodio ha provocato molta paura non solo tra i piccoli pazienti ricoverati, ma anche tra i loro famigliari e l'ospedale è subito intervenuto per rassicurarli.
«Prima di tutto voglio rappresentare la mia vicinanza e il mio ringraziamento - spiega Nunzia D'Abbiero, direttrice sanitaria facente funzioni dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma - alle tre operatrici ferite e alle loro famiglie. L'episodio in cui sono rimaste coinvolte ferisce il corpo ma anche l'anima».
Le malattie psichiatriche in età adolescenziale, ma anche preadolescenziale, «stanno aumentando» prosegue. Si tratta di «un dramma nel dramma perché a volte queste situazioni si innestano in contesti già drammatici e particolarmente impegnativi». Solo l'anno scorso «sono stati un centinaio i minori in cura per problemi psichiatrici. La pandemia ha, infatti, contributo ad acuire queste patologie. Come sistema sanitario provinciale - puntualizza - dobbiamo fare fronte a questa situazione cercando di mettere in campo le risorse per aiutare questi nostri giovani pazienti in un momento di così grande sofferenza».
Assieme al Dipartimento di salute mentale «vogliamo anche rivedere la nostra organizzazione per fare in modo che i giovani con problemi psichiatrici che abbisognano di cure internistiche vengano ricoverati senza mettere a repentaglio la salute degli altri degenti. In questo frangente voglio anche rassicurare i genitori degli altri bambini - conclude - che stiamo facendo tutto il possibile per ridurre l'accesso dei pazienti psichiatrici all'interno dell'Ospedale dei bambini che deve essere destinato ad altri pazienti. Dobbiamo, dunque, fare un grande lavoro insieme all'Azienda Usl».
Michele Ceparano
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