INFOMOBILITY
Niente auto privata e una fitta rete di «occhi elettronici» per tener fuori dalla città le macchine più inquinanti. La rivoluzione della mobilità urbana è pronta a prendere forma. Si parte con la piattaforma anti-ingorgo e si prosegue con la rete di videosorveglianza del progetto Area verde.
Per muoversi rapidamente a Parma, evitando ingorghi e rallentamenti, la soluzione c'è e si chiama Maas. Sia chiaro, il Maas non sarà un nuovo veicolo in circolazione (le strade sono già abbastanza intasate). Maas è l'acronimo di Mobility as a service, una piattaforma online che permette di calcolare qual è il mezzo di trasporto più adatto per un determinato percorso. Autobus, monopattino, car o bike sharing e perfino il treno: il Maas è in grado di dare una «pagella» a tutti i mezzi di trasporto pubblici o condivisi (in sharing, come vengono definiti dagli esperti di mobilità) e suggerire quello più adatto al percorso scelto. Il suggerimento può prevedere anche dei cambi, tipo bus-monopattino oppure car sharing e bicicletta.
A Parigi, spiega Michele Ziveri, amministratore unico di Infomobility, questo scenario futuristico è già realtà. In Italia, grazie ai fondi del Pnrr, sperimenteranno il Mass grandi città come Roma, Napoli, Milano e poi anche Bari, Firenze Torino, come ricorda il Dipartimento per la trasformazione digitale.
«A Parma speriamo di rendere operativa la piattaforma entro la fine dell'anno», anticipa. La prossima settimana è già fissato un vertice in municipio fra il Settore mobilità, i tecnici di Infomobility e quelli di Tep per ragionare sul Maas. «L'idea è di far aderire alla piattaforma tutti gli operatori della mobilità e di offrire a chi si iscriverà la possibilità di calcolare il percorso più adatto e il mezzo più conveniente. Ovviamente senza mai ricorrere all'uso dell'auto privata». Insomma, la parola d'ordine è: mobilità pubblica e condivisa. Ma per rendere questa piattaforma veramente efficace servono i soldi. «Il prezzo dei vari software in commercio è molto variabile – specifica Ziveri -. Va dai 50mila euro al milione e mezzo della piattaforma utilizzata a Parigi. Il traffico di dati che possono gestire è enorme».
Ma quanto piace ai parmigiani usare mezzi condivisi? Tanto, soprattutto se si prendono in considerazione i numeri dei 900 monopattini delle società Bit, Tier ed Helbiz. Da quando è stato attivato il servizio di noleggio (2020) e fino al 30 giugno 2022 (ultimo dato messo a disposizione dalle compagnie attive su Parma) sono stati percorsi 1.963.729 chilometri e sono stati registrati 843.837 noleggi. Per quanto riguarda il bike sharing a postazioni fisse gestito da Infomobility è di 600 il numero medio annuo di abbonati per oltre 40.000 spostamenti all'anno. Le bici «condivise» sono 250 distribuite in 46 stazioni. Per quanto riguarda car sharing a postazione fissa (sempre quello di Infomobility), è di 1.200 il numero medio annuo di abbonati, mentre i chilometri percorsi complessivamente in un anno sono circa 100.000. Il car sharing a postazione fissa mette a disposizione 7 auto e 2 furgoni. La flotta di All Ways, il car sharing a postazione libera (quello che consente di parcheggiare l'auto dove si vuole) è composta invece da 21 auto utilizzabili anche dai neo patentati e da 7 furgoni.
Anche in questo caso, i numeri aiutano a capire come cambierà il modo di muoversi in città. E qui si torna a parlare di Area verde. «Quest'anno verranno comprate e installate 72 telecamere per controllare l'Area verde, che corrisponde all'area racchiusa dall'anello delle tangenziali. Inoltre, sempre entro la fine dell'anno dovremo concludere la gara per la nuova centrale varchi di Infomobility», annuncia Ziveri. Le telecamere serviranno a controllare il traffico in entrata e in uscita dalla città, per impedire, un giorno, alle auto più inquinanti di circolare per Parma. Insomma, una volta montati, gli occhi elettronici saranno pronti a far scattare le sanzioni. «Ma fino al 31 dicembre 2024 le telecamere si limiteranno a raccogliere dati. Non faranno multe». Speriamo che, almeno questa volta, il Comune non bruci le tappe.
Pierluigi Dallapina
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