×
×
☰ MENU

CARTELLE ESATTORIALI

Niente pace fiscale a Parma: il Comune dice «no»

Niente pace fiscale a Parma: il Comune dice «no»

di Pierluigi Dallapina

19 Gennaio 2023, 03:01

La pace fiscale a Parma non si farà.

«I condoni non sono giusti, non rispettano chi paga le tasse». Marco Bosi, assessore al Bilancio, è lapidario. Il Governo adotta la linea morbida con i debitori, l'amministrazione comunale segue invece quella del rigore. Rottamazione delle cartelle, pace fiscale o tregua fiscale: tre «promesse» che piacciono molto a chi ha debiti con il Fisco e i vari enti di riscossione.

La legge di Bilancio 2023 dà la possibilità anche ai Comuni di stralciare - l'Agenzia entrate e riscossione parla di annullamento automatico - i debiti contratti dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 di importo residuo fino a mille euro. I Comuni però devono decidere, entro il 31 gennaio, se siglare o meno la pace con i debitori. Mancano due settimane alla scadenza, il tempo stringe.

Cosa ha intenzione di fare l'amministrazione comunale? Chi deve mettere mano al portafoglio rimarrà deluso. A Parma non ci sarà nessuna tregua. Le cartelle non verranno rottamate. Chi deve pagare dovrà saldare il debito, con tanto di sanzione e interessi.

«L'amministrazione comunale non aderirà alla pace fiscale 2023. Non è una questione economica, ma una decisione politica» premette l'assessore. «La chiamano pace, tregua, rottamazione, ma non è altro che un condono». E qui Bosi passa dai conti al dibattito politico. «Purtroppo, provvedimenti di questo genere vengono proposti quando al Governo c'è una maggioranza di centrodestra. Sia che si tratti di urbanistica che di tasse, a loro piacciono i condoni».

Sia chiaro, la legge di Bilancio non annulla tutti i debiti. Lo stralcio «riguarda esclusivamente le sanzioni e gli interessi, compresi gli interessi di mora», si legge sul sito dell'Agenzia entrate e riscossione, mentre «il capitale, le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e le spese di notifica delle cartelle restano interamente dovuti».

Con la pace fiscale si paga, ma molto meno del dovuto. Per quanto riguarda le multe le altre sanzioni amministrative, «lo stralcio si applica limitatamente agli interessi, comunque denominati, e non annulla le sanzioni e le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento».

Quindi, sia che si tratti di Imu o di Tari, oppure di multe, i debiti non vengono cancellati, ma solo «scontati». Niente colpo di spugna, ma comunque una bella sforbiciata a sanzioni e interessi se si considera, ad esempio, che per una cartella Imu le sanzioni sono circa il 30% dell'importo, a cui vanno aggiunti gli interessi di mora e le spese di notifica. Alla fine, l'importo complessivo da pagare può lievitare del 35%.

«Quello fatto passare nella legge di Bilancio appena approvata è un messaggio errato - continua Bosi - perché viene agevolato chi non ha rispettato le scadenze e chi non ha pagato multe e tasse. Al contrario, i contribuenti corretti vengono penalizzati».

Ma il Comune ha calcolato quanto avrebbero potuto risparmiare i contribuenti in debito con l'ente? «No, fin da subito ho ritenuto questa misura non corretta e quindi non ho nemmeno voluto fare delle stime. Ripeto, d'accordo con il sindaco e con il resto della giunta abbiamo detto no alla pace fiscale non per una questione di bilancio, ma per una valutazione politica. Chi non paga toglie risorse ai servizi erogati dal Comune. Servizi che stanno in piedi anche grazie a chi paga le tasse».

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI