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Un «intoppo» giuridico sul progetto

«Ausl e ospedale presto uniti. Burocrazia permettendo»

«Ausl e ospedale presto uniti. Burocrazia permettendo»

di Monica Tiezzi

20 Gennaio 2023, 03:01

La volontà politica c'è. Gli intoppi burocratici, pure. Ma l'unificazione delle due aziende sanitarie del territorio, Azienda ospedaliera universitaria da un lato (circa cinquemila dipendenti) e Ausl dall'altro (seimila dipendenti), prosegue sul piano organizzativo e gestionale e, se si riusciranno a risolvere i problemi giuridico-istituzionali, potrebbe andare in porto a fine anno. Lo ha detto il direttore delle due aziende sanitarie, Massimo Fabi, ieri in Comune alla VIª Commissione consiliare «Welfare, politiche abitative e lavoro», presente anche il direttore del Distretto di Parma e del presidio ospedaliero aziendale Antonio Balestrino.

Siamo a buon punto, ha detto Fabi, con l'integrazione fra i professionisti delle due aziende, 600 dei quali sono attivamente coinvolti nell'individuare gli obiettivi strategici e le sinergie dell'operazione. «La pandemia, ad esempio con l'esperienza delle Usca, le unità mobili multidisciplinari - ha aggiunto Fabi - ha dimostrato quanto fosse cruciale la presenza degli specialisti ospedalieri sul territorio e al domicilio dei pazienti. Le case della Salute, oggi Case di comunità, che vedono Parma fra le province più attive, con 26 Case sulle 126 regionali, sono l'ulteriore prova di quanto è cruciale una sanità territoriale supportata da ospedali che offrano garanzie di professionalità e sicurezza. E, in questa ottica, è stato importante anche aver ridotto gli ospedali del nostro territorio da otto a tre».

Insomma, aggiunge Fabi, «i compiti li abbiamo fatti, il percorso è stato tracciato». L'ostacolo al momento è, spiega ancora Fabi, una legge nazionale che impedisce, nelle regioni a statuto ordinario, l'unificazione giuridica delle aziende ospedaliere universitarie alle aziende sanitarie. Una norma che il direttore di Maggiore e Ausl giudica figlia di tempi, ed assetti aziendali, ormai superati. È questo il cavillo che sta rendendo difficile il mandato consegnato dalla Regione a Parma e a Ferrara, le due città a cui è stato affidato il compito di unificare le rispettive aziende sanitarie e ospedaliere universitarie.

Ma c'è un piano B. «Se non sarà possibile unificare Ausl e Maggiore entro quest'anno, andremo almeno verso l'unificazione dei tre ospedali del territorio», spiega Fabi. Ossia il Maggiore, ospedale «hub» di riferimento per molte patologie sia a livello regionale che nazionale, e i due ospedali di Vaio e Borgotaro, che ricadono sotto la competenza dell'Ausl. «Molto lavoro è già stato fatto. Sono già integrati il dipartimento di emergenza-urgenza, quello della politica del farmaco e anche molti aspetti amministrativi e gestionali», dice Fabi. L'unificazione dei tre ospedali comporterà uno snellimento burocratico ma soprattutto una gestione integrata di strutture e tecnologie, con la possibilità - ad esempio - che il chirurgo, o in generale il professionista di un ospedale, possa prestare la sua opera anche negli altri, a seconda delle necessità.

Quello che è importante, aggiunge il gastroenterologo Antonio Nouvenne, consigliere incaricato per le Politiche di integrazione tra ospedale e territorio, è che «non stiamo facendo una fusione “a freddo” delle due aziende, ma stiamo integrando prima i professionisti e le competenze e poi le strutture di supporto. Così cureremo meglio nelle Case di comunità e negli ospedali».

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