Personaggio
Una loggionista vecchio stampo, cresciuta a pane e opera lirica, che è stata tra i fondatori di Parma Lirica, nel 1970, per poi rimanerne colonna portante per oltre cinquant’anni. È scomparsa Marisa De Pietri, lasciando nel cordoglio il mondo della musica parmigiano. Operaia di mestiere, dedicava tutto il suo tempo libero al melodramma. Sono in tanti a ricordarla con affetto, a partire da un interprete come Leo Nucci: «Quante volte le ho dedicato “La strada nel bosco”: mi chiedeva di cantarla a fine di ogni concerto a Parma Lirica. C’era un rapporto familiare, affettuoso tra noi, e ha dimostrato di essere mia tifosa per tantissimo tempo. Ha vissuto il mondo della lirica come parte della propria vita, con una passione vera e una grande competenza d’ascolto. Sono persone come lei che hanno fatto il mito di Parma, non noi cantanti. Ho ricevuto la notizia mentre ero a Genova per provare la regia di “Un ballo in maschera”, assieme ad Artemio Cabassi, anche lui molto addolorato. La prima la dedicheremo in cuor nostro a lei».
«A Parma Lirica faceva tutto. - ricorda Cristina Bersanelli, presidente dell’associazione culturale di via Gorizia –. È stata consigliere, ma definirla con questo ruolo sarebbe riduttivo: si occupava di mettere a posto le seggiole, di prendere le prenotazioni, di organizzare le trasferte dei soci, di comprare e consegnare i fiori per gli artisti, di spolverare il pianoforte col suo piumino che nessuno poteva toccare. Finiva la giornata lavorativa con il quaderno degli autografi e, il giorno dopo ogni concerto, ritagliava a mano gli articoli della “Gazzetta”: grazie a lei abbiamo tre libroni con tutta la rassegna stampa a partire dal 1970. Era severissima ma giusta: quando facevamo le selezioni per “Voce d’angelo”, le bastavano due note per sapere se il cantante era bocciato o promosso. Oggi ci sentiamo un po’ più soli».
«Marisa era la storia di Parma lirica - aggiunge Patrizia Monteverdi, segretario dell’associazione–. Del Circolo sapeva tutto, aveva svolto con entusiasmo ogni incarico, non si era mai tirata indietro davanti a nulla: vedeva le necessità e si metteva al lavoro ancor prima che le venisse chiesto. Oltre che socia storica è stata Consigliere per tanti mandati. La cosa che la inorgogliva maggiormente era l'immancabile dedica di Leo Nucci che, alla fine di ogni nostro concerto, le cantava la sua canzone preferita “Una strada nel bosco”».
«Viveva per il Teatro Regio e per Parma Lirica - osserva Enrica Boscoli, loggionista – . Era una persona molto competente, ma la sua critica non era mai maleducata: quando i cantanti sbagliavano, si limitava a mugugnare. Aveva iniziato ad andare a teatro quando aveva quattro o cinque anni, con la sua famiglia, e conosceva tutte le opere a memoria».
«Le volevo bene e la conoscevo da più di 40 anni – scrive Claudio Del Monte, ex ufficio stampa del Teatro Regio di Parma –. Orazio Tosi, mitico presidente di Parma Lirica di tanti anni fa, la chiamava "la mé Marisè"! Le volevano bene tutti: come si poteva non volergliene?».
Lucia Brighenti
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