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Operazione Olimpo

'Ndrangheta: arrestato a Beduzzo Marcello Guerino

'Ndrangheta: arrestato a Beduzzo Marcello Guerino

27 Gennaio 2023, 03:01

Nel blitz anti-'Ndrangheta contro le cosche del Vibonese scattato l'altra notte in varie regioni italiane è stato arrestato anche Marcello Guerino. Trentotto anni, originario di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, vive da tempo a Beduzzo di Corniglio dov'è titolare di una ditta che si occupa principalmente di sgomberi di cantine, solai e garage. Da ieri si trova ai domiciliari.

La maxi operazione fatta scattare dalla Dda di Catanzaro ha riguardato Vibo Valentia, Catanzaro, Reggio Calabria, Palermo, Avellino, Benevento, Milano, Cuneo, L'Aquila, Spoleto, Civitavecchia e, appunto, in provincia di Parma, il comune di Corniglio dove gli uomini della polizia di Stato hanno bussato alla porta di Guerino.

Un'operazione - i cui particolari sono stati illustrati a Catanzaro dal procuratore capo Nicola Gratteri e dal direttore centrale anticrimine Francesco Messina - dai grandi numeri, come dimostrano i 78 indagati di cui 56 finiti in carcere e quindici ai domiciliari.

Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e traffico di influenze illecite, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. Inoltre di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di macchine agricole, aggravate dalla transnazionalità e dall’agevolazione mafiosa.

La polizia ha anche sequestrato beni mobili e immobili per 250 milioni di euro. Tra i nomi eccellenti finiti in carcere nell'operazione Olimpo c'è anche quello dell'ex assessore regionale calabrese Francescantonio Stillitani e di suo fratello Emanuele. Entrambi erano stati arrestati nell'ambito dell'operazione Imponimento ed erano da poco in libertà.

«È un’indagine per la quale ci sono non gravi indizi di colpevolezza ma prove. I risultati sono stati ottenuti grazie alle intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche. Parlo di prove e non di gravi indizi perché il corpo dei capi di imputazione contestato agli indagati è rappresentato dalla voce degli attori protagonisti, la voce degli arrestati di questa notte, oltre, naturalmente, ai riscontri fatti sul piano oggettivo, con fotografie e pedinamenti». Lo ha detto il procuratore Gratteri.

L’indagine è durata due anni, ha spiegato il procuratore, ed è incentrata su un sistema capillare e sistematico di controllo di tutte le attività alberghiere e turistiche della costa tirrenica della provincia di Vibo, con epicentro a Tropea e territorio limitrofo.

«Qui - ha aggiunto Gratteri - la ‘Ndrangheta controllava e chiedeva la tangente per qualsiasi tipo di attività che riguardava le strutture alberghiere: dai trasporti con gli autobus alla fornitura di generi alimentari e perfino il controllo del porto di Tropea. Abbiamo documentato anche le tangenti mensili. C’erano imprenditori che dovevano pagare circa ventimila euro al mese». A proposito della pubblica amministrazione, Gratteri ha spiegato le connessioni che portano fino in Germania.

r.c.

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