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Ambiente

Baganza, demolita la baraccopoli abusiva nel greto

Baganza, demolita la baraccopoli abusiva nel greto

di Gian Luca Zurlini

08 Febbraio 2023, 03:01

Ci sono voluti in pratica 8 anni di lotta con la burocrazia e di preparazione delle carte, ma adesso, finalmente, delle 23 baracche abuisve che facevano brutta mostra di sè sulla sponda Est del Baganza a poche decine di metri dal viadotto della tangenziale Sud non è più rimasta nessun traccia.

Un abuso lungo 50 anni

L'annuncio fatto poco meno di un anno fa dal Comune per bocca dell'allora assessore ai Lavori pubblici Michele Alinovi ha avuto infatti seguito. E, a partire dalla scorsa estate, le ruspe delle imprese incaricate di demolire le casupole e le baracche che i privati non avevano già provveduto ad abbattere dopo le ingiunzioni degli anni precedenti, hanno fatto “tabula rasa” di un abuso lungo oltre 50 anni, con i primi insediamenti sorti tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta che man mano si erano «allargati» nell'indifferenza generale e avevano nel tempo creato un vero e proprio «quartiere» in cui si trovavano addirittura anche attività artigianali e che aveva trasformato l'argine del Baganza ina «proprietà privata» con tanto d minacciosi cartelli di divieto di passaggio e anche cani da guardia a sorvegliare queste «proprietà».

La svolta nel 2014

Un primo tentativo di combattere l'abuso era stato effettuato una ventina d'anni fa dall'allora sindaco Elvio Ubaldi, che aveva ingaggiato anche una dura polemica con i “proprietari” di quegli insediamenti. Ma la vera svolta è arrivata dopo l'alluvione dell'ottobre 2014. Da quel catastrofico evento in poi è partito il monitoraggio e il controllo degli insediamenti predsenti sulle due sponde del torrente in territorio urbano. E proprio il Comune, con un'azione legale e amministrativa combinata assieme alla Regione, ha portato avanti una lunga e dura battaglia contro i tanti insediamenti all'interno del territorio golenale che non risultavano in regola secondo le carte catastali. Quello di via Montanara era il più evidente e pesante, anche perché restringeva di fatto l'alveo del Baganza in un punto delicato. Di qui la partenza di tutte le azioni che, una dopo l'altra, hanno portato finalmente nel corso del 2022 all'abbattimento dell'intero insediamento, del quale ora restano, come mostra la foto in pagina, soltanto le vistose tracce di fondamenta e recinzioni. Delle 23 baracche che erano presenti, 11 erano su terreno acquisito dal Comune negli ultimi anni, 9 divise fra proprietà comunale e regionale e 3 su area solo demaniale. Il lavoro in sinergia di Comune e Regione ha portato ad avere abbattimenti in contemporanea degli insediamenti abusivi, sia pure con due appalti separati e affidati a imprese diverse. Vale la pena sottolineare, infine, che i costi (all'incirca 200mila euro per il Comune e poco di meno per la Regione) verranno poi «ricaricati» sui privati che avevano edificato queste baracche e che erano stati individuati.

Lavori da completare

All'interno della golena restano ancora alcuni insediamenti poco prima dell'ex baraccopoli il cui destino è però segnato, visto che l'obbiettivo è di «liberare» completamente tutto l'alveo del torrente. Nei prossimi mesi, invece, l'agenzia regionale della Protezione civile completerà un intervento di «rinaturalizzazione» della grande superficie dove sorgevano le baracche che sarà così destinata di nuovo al suo compito originario: fare «da polmone» per le grandi piene del Baganza. Ma intanto il passo avanti più importante è stato compiuto.

Gian Luca Zurlini

© Riproduzione riservata

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