TEATRO REGIO
Un napoletano emigrato a New York che ha fatto fortuna con i babà, una figlia romantica che sogna Hollywood e di danzare nei film di Gene Kelly, ma che ama e sposa in segreto il fattorino della pasticceria, una sorella con la puzza sotto il naso, una zia focosa e un po’ âgé… è la versione riambientata negli anni Cinquanta de «Il matrimonio segreto» di Domenico Cimarosa, andato in scena ieri sera al Teatro Regio di Parma, secondo titolo della Stagione Lirica 2023.
Dopo quasi sessanta anni di assenza dal palcoscenico nostrano, il dramma giocoso ha preso vita davanti agli occhi di un pubblico non esiguo, raccogliendo il plauso e il divertimento degli spettatori. Anche se non si può dire che sia stato registrato il tutto esaurito: forse qualcuno è stato scoraggiato dal titolo meno noto (o magari trattenuto dalla concomitanza con Sanremo?).
Allestimento nato come opera studio in coproduzione con Ópera de Tenerife e Teatro Massimo di Palermo, mette in scena un cast di giovani cantanti (a Parma molti di loro sono alla terza ripresa del titolo) dando l’opportunità agli interpreti di debuttare su diversi palcoscenici. La regia di Roberto Catalano rilegge la trama dell’opera con un filo di nostalgia per la commedia musicale anni Cinquanta («Cantando sotto la pioggia» fa capolino nei sogni della protagonista), con le scene color rosa e azzurro Tiffany di Emanuele Sinisi (la pasticceria in primo piano, sullo sfondo la skyline di Broadway), i costumi di Ilaria Ariemme, le luci di Fiammetta Baldiserri, i movimenti coreografici di Sandhya Nagaraja. La cura dei movimenti, l’attenzione alla recitazione evidente nella preparazione del cast, rende il dipanarsi della vicenda scorrevole e brillante, condendo le vicende del libretto con una sottotrama giocosa che strappa qualche risata. Dal sarto che cerca di vestire da sposa la bizzosa Elisetta, al divo paparazzato, forse lo stesso Gene Kelly sognato da Carolina, che cerca di sfuggire ai fotografi, le invenzioni registiche, pur prendendo qualche licenza sulla storia originale, non intralciano la vicenda, donando brio e facendo da contraltare a un’esecuzione musicale che tende invece a smorzare un poco il passo della scrittura di Cimarosa. Sul podio il maestro concertatore Davide Levi alla guida dell’Orchestra giovanile Cupiditas, nata in seno alla Scuola di Musica di Fiesole: l’impegno si percepisce ma il primo confronto con la partitura si fa sentire. Equilibrato invece il cast, che può contare su voci all’altezza del compito, capaci di animare recitativi, arie e duetti, e di confrontarsi con disinvoltura con la recitazione: Giulia Mazzola (Carolina), Antonio Mandrillo (Paolino), Veta Pilipenko (Fidalma), Francesco Leone (Geronimo), Marilena Ruta (Elisetta), Jan Antem (Conte Robinson).
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