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Lutto

Addio a Mario Hotz, uomo colto e solidale, discendente di una famiglia austriaca al fianco di Maria Luigia

Addio a Mario Hotz, uomo colto e solidale, discendente di una famiglia austriaca al fianco di Maria Luigia

di Mara Varoli

15 Febbraio 2023, 03:01

Nobile nell'animo e non solo. Discendente di un'importante famiglia al fianco della Duchessa, Mario Hotz era un uomo colto con il cuore nell'arte, ma al tempo stesso una riconosciuta generosità verso il prossimo.

Aveva 92 anni e la sua scomparsa lascia nel dolore la figlia Silvia con il marito Marco, l'adorata nipotina Giulia e la sorella Maria Luisa, che porta lo stesso nome della donna che Mario Hotz aveva portato all'altare, ma poi morta prematuramente in un tragico incidente stradale nel 1984.

Laureato in Farmacia a Parma, Mario Hotz era stato prima dirigente e poi informatore della nota azienda Pfizer. Aveva cambiato lavoro all'interno dell'azienda proprio per rimanere più vicino alla figlia, allora 14enne: una scelta arrivata dopo il lutto per la moglie Maria Luisa, insegnante all'istituto Bodoni e collaboratrice della Gazzetta di Parma per la pagina dell'arte. Maria Luisa era anche la sorella dell'indimenticato giornalista Tiziano Marcheselli. E l'arte era proprio una passione di famiglia: Maria Luisa scriveva di esposizioni, di collezioni di ceramiche, mobili e aveva organizzato anche la mostra dell'antiquariato a Colorno. Sì, proprio quell'antiquariato che piaceva tanto anche al marito. Mario Hotz aveva il dono della curiosità e adorava leggere nel calore della sua biblioteca privata. Era anche nel gruppo dell'Archeoclub: un amore per la storia e il gusto del bello, che certamente risalivano al suo Dna. Il padre Cesare era un generale dell'esercito e discendeva dall'illustre ramo austriaco arrivato nella nostra città all'inizio del 1800. Un suo avo, Antonio Hotz (1816-1848), «attivo nel personale ducale, partendo dal ruolo di sottoaiutante nel servizio dell’argenteria nel 1842, arrivò nel 1847 a rivestire il ruolo di responsabile della cantina di corte. Anche gli altri membri della famiglia Hotz, giunta a Parma da Vienna, furono alle dipendenze ducali» aveva scritto in un articolo pubblicato sulla Gazzetta di Parma nel 2021 Francesca Sandrini, direttore del Museo Glauco Lombardi. Un articolo dedicato alla collezione Corsini Hotz del museo: oggetti, documenti, libri, acquerelli donati dall'avvocato Sarita de Rensis. «Il padre di Antonio, Horatius Matthaus, era capo argentiere, il fratello di Antonio, Giuseppe (1810-1883), divenne cerusico nell'esercito, mentre l'altro fratello Matthias (1812-1890) era tra i farmacisti di corte fino alla morte di Maria Luigia».

Mario Hotz adorava anche la montagna, sciare e le passeggiate a Madonna di Campiglio: quando era giovane era stato persino uno scalatore. Su quelle Dolomiti dove non mancava di partecipare alle gite del Cai. Accanto all'amore per la natura, Mario Hotz con l'età della pensione aveva saputo ritagliarsi del tempo prezioso da dedicare a chi aveva bisogno: volontario dell'Avo andava spesso ad aiutare gli anziani soli all'ospedale, all'ora del pranzo o della cena. Anche al pronto soccorso del Maggiore aveva prestato servizio con la sua divisa da volontario per accogliere i malati. Una cultura, quella di Mario Hotz, che quindi non rimaneva chiusa tra quattro mura ma si faceva missione, per essere utile alle persone fragili. Un volontariato silenzioso e rispettoso del prossimo: così era Mario Hotz, capace di farsi conquistare dalla filosofia, ma sempre pronto a tenere la mano della solidarietà. La famiglia, gli amici e chi ha avuto la fortuna di incontrarlo si riuniranno domani alle 14,30 nella chiesa di Santa Maria Immacolata per l'ultimo saluto. Nella stessa chiesa questa sera alle 20,30 ci sarà il rosario.

Mara Varoli

© Riproduzione riservata

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