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STALKING

Prima le minacce e i dispetti. E alla fine arriva l'aggressione

Prima le minacce e i dispetti. E alla fine arriva l'aggressione

di Luca Pelagatti

21 Febbraio 2023, 03:01

Prima le offese e le minacce. Quindi dispetti e danneggiamenti. Infine le botte. «Ma sapete qual è la cosa più sconvolgente? Che non c'è un motivo. Non so perché quella persona ce l'abbia con me, con la mia famiglia».

Andrea Guareschi, un parmigiano 64enne residente in via Pasubio, si sfoga dopo essere rientrato dal pronto soccorso dove si è fatto visitare una spalla dolorante. «Temevo ci fosse qualcosa di rotto ma, per fortuna, pare di no. Certo che non è una situazione facile».

E per capire quanto possa essere difficile occorre fare, per prima cosa, un passo indietro a sabato sera, quando Guareschi è stato aggredito dal vicino di casa. E poi ripercorrere gli ultimi due anni di ansia e stress continuo: da quando, cioè, lo stesso vicino ha iniziato a rendergli la vita impossibile.

«Questa storia è cominciata parecchio tempo fa quando una persona che abita in una casa vicino alla mia ha iniziato a prenderci di mira, a farci dispetti».

Il motivo? Sconosciuto, come se quel tale covasse una rabbia nascosta e misteriosa, tanto che, giorno dopo giorno, la convivenza ha iniziato ad essere sempre più snervante. Anche se all'inizio questa persona si è limitata a provocazioni verbali, a frasi di scherno e qualche offesa.

«Non capendo il motivo, abbiamo preferito fare finta di nulla, girarci dall'altra parte sperando che la smettesse, che alla fine si stancasse di provocare».

Nel mondo ideale sarebbe stata la scelta giusta: ma qui siamo nella realtà, nella vita vera. E, infatti, non ha funzionato. Anzi, è stato pure peggio, perché il vicino molesto, vedendosi trascurato, ha alzato il livello.

«Prima si è divertito a chiudere il contatore dell'acqua, poi ha reso più frequenti gli scoppi di improperi, arrivando a riempire di frasi ingiuriose persino i nostri nipotini. E alla fine ha aggredito anche mio suocero davanti al cancello di casa».

E Guareschi? Ha scelto di mantenere il silenzio, di non replicare, ma armato di prove fotografiche e riscontri si è presentato ai carabinieri, sporgendo una dettagliata serie di denunce. «Il risultato è che dopo qualche mese si è arrivati al processo». L'accusa era quella di stalking e il giudice non ha avuto dubbi. «La sentenza ha confermato tutto quanto avevo denunciato e il vicino ha ricevuto una condanna ad un anno».

Tutto finito allora? Per nulla. Anzi, la situazione è ancora peggiorata. Dopo una breve pausa, lo stillicidio di minacce e fastidi è pure cresciuto, fino a sabato sera quando, intorno alle 18, il solito vicino terribile ne ha fatta un'altra delle sue.

«Ci ha coperto l'auto in sosta di uova rotte. Mia moglie è uscita per scattare delle foto e quello ha preso a ingiuriarla. Io, per evitare guai, sono uscito a mia volta e senza dire nulla, l'ho presa sotto braccio per portarla verso casa, come si vede chiaramente dai video delle telecamere. Ma quella persona ci ha inseguito e mi ha aggredito: mi ha spinto a terra, mi ha pestato una mano e preso a pugni in testa».

Così il sabato è finito con una lunga sosta in ospedale, un referto e una nuova denuncia presentata ai carabinieri, che ormai, a loro volta, conoscono anche troppo bene questa assurda storia.

«Siamo esasperati, non ce la facciamo più. L'unica soluzione, a questo punto, può venire solo dal Comune: quella persona abita in una casa dell'Acer e quindi l'Amministrazione dovrebbe spostarla altrove, lontana da noi, che invece siamo residenti in una casa di nostra proprietà. In questo senso abbiamo fatto richieste e segnalazioni da mesi, ma senza esito. Visto che neppure una condanna penale sembra fermarla, l'unico modo è di trasferirla in un altro contesto, per permetterci di tornare a vivere normalmente. Perché, forse a fatica, si possono sopportare certi comportamenti, le offese continue e senza giustificazione. Ma ora siamo arrivati alle aggressioni: cosa dobbiamo attendere ancora? Che ci faccia davvero del male?».

Luca Pelagatti

© Riproduzione riservata

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