Dalla Prefettura
Magistrato della Corte dei conti: indossato il tocco in testa una trentina di anni fa, non se lo sarebbe mai immaginato. Ben presto, poi, la mente sarebbe andata ad altri pensieri. Arrivato a palazzo Rangoni fresco di laurea e di incarico, Antonino Carlo si era quasi subito ritrovato alle prese con la frana di Corniglio. L’Appennino, del quale si sarebbe presto innamorato da gran camminatore, che veniva giù, su caseifici e case. Un bel banco di prova da affrontare, che per lui però sarebbe valso il doppio. Impegnato con altri colleghi della Prefettura sul fronte operativo, gli venne affidato pure quello amministrativo. «Si trattava di verificare la gestione dei fondi inviati a Parma per il superamento dell’emergenza - racconta -: dovevo verificare la qualità degli interventi e la congruità dei loro costi».
Il prefetto di allora aveva deciso che fosse lui a occuparsene. «Colpa» della laurea in Economia e commercio e della divisa da ufficiale della Guardia di finanza indossata durante il servizio militare? In parte sì, ma in parte c’entrava anche l’elasticità professionale e la buona volontà dimostrata fin da subito. È la memoria del cronista a rievocarle, non il diretto interessato, come sempre restio a parlare di sé. Era il 1996, e da allora è trascorso quasi il tempo di una vita al servizio dello Stato alle scrivanie nevralgiche nel palazzo che «collega» Parma a Roma.
Quel delicato incarico di controllore affidatogli nel 1996, Antonino Carlo ora dovrà ricoprirlo in altre vesti. O, per meglio dire, in altra toga: con indosso quella del giudice della Corte dei conti. Vinto il concorso di secondo grado in magistratura, Carlo ha assunto il nuovo incarico a Bologna: magistrato alla sezione di controllo dell’organo che, in primis ma non solo, è chiamato a supervisionare la gestione del denaro di tutti. Non lascerà Parma, non abbandonerà le sue passioni: anzitutto la corsa (pare che abbia anche intenzione di riprendere la tessera del Cus). «Ormai è la mia città, e non solo per il tempo in cui ci ho lavorato e vissuto - sottolinea -. Bellissima, abitata da bellissima gente, è una realtà che sa conquistare con la cultura e la forza del cuore». Carlo se n’era reso conto già in quei primi anni in via Repubblica, quando gli era richiesto di occuparsi soprattutto di protezione civile. «Qui il volontariato è molto articolato e attivo: la testimonianza più evidente dello spirito solidale della comunità».
Parma, dove vivono la moglie e la figlia, resterà la sua casa. Ma la scrivania ora sarà appunto Bologna. Una sorta di ritorno nella città delle due torri, nella cui Università ha vinto un dottorato di ricerca in Diritto costituzionale (dal 2005 al 2008), dopo essersi laureato nel 2003 (sempre con lode) in Giurisprudenza a Parma. In seguito, avrebbe insegnato Diritto amministrativo e costituzionale alla Scuola degli agenti di Polizia penitenziaria di via Burla, oltre a collaborare con la cattedra di Diritto costituzionale a Parma.
Nato 55 anni fa in Calabria, dopo il servizio militare da ufficiale delle Fiamme gialle nel Gruppo di Catania, Carlo aveva svolto i primi incarichi nella pubblica amministrazione a Catanzaro e poi a Reggio Calabria. Quindi, vinto il concorso in Prefettura, l’ingresso nella carriera direttiva. «Mi trasferii nel 1994 - ricorda -, ma prima dovetti frequentare l’allora Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno. A tutti gli effetti, presi servizio a palazzo Rangoni nel luglio del 1995».
Lasciati nel 2001 gli incarichi prefettizi di protezione civile (nel frattempo, c’era stata anche l’alluvione del Po nell’autunno del 2000), Carlo è stato impiegato come vicecapogabinetto e dirigente in vari settori di palazzo Rangoni. Tra questi, quello che si occupa di enti locali. Vicedirettore dell’Ufficio elettorale, è anche stato subcommissario a Polesine-Zibello e commissario prefettizio a Pellegrino Parmense. Ora, la nuova sfida, della quale è felicissimo. Anche perché arrivarci significa averne superata un’altra ben impegnativa, vista la selettività del concorso. «È giusto cambiare, anche per avere nuovi stimoli, obiettivi e traguardi - sottolinea Carlo -. La dimensione giurisdizionale nella quale sarò impiegato ora mi affascina molto. Il mio desiderio è di essere sempre più al servizio dello Stato, delle istituzioni e della collettività». Quanto ha sempre fatto. È allenato: e quanto sia importante lo sa, da buon podista.
Roberto Longoni
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