LUTTO
Si è svolto ieri pomeriggio nella pieve di Scurano, presieduto dal vescovo Enrico Solmi, il funerale di don Elio Piazza, per 40 anni punto di riferimento di una comunità, a cui ha dedicato tutto il suo impegno. Una vita dedicata agli altri e una presenza che ha toccato questo territorio nel profondo.
Originario di Castrignano, classe ‘32, don Piazza, 91 anni, era stato ordinato presbitero il 1° novembre 1958. Prima l’esperienza come cappellano a Traversetolo, poi 19 anni a Fugazzolo. Nel 1980 l’arrivo a Scurano, cui si sono aggiunte nel tempo le parrocchie di Ceretolo, Lodrignano e Mediano.
«Ho dovuto affrontare diverse situazioni, tra cui quella economica, con le chiese malmesse che avevano bisogno di essere ristrutturate», aveva raccontato il presbitero nel settembre del 2019, durante la celebrazione nella parrocchia di Neviano della patrona Sant’Eufemia, occasione per la comunità per festeggiare i suoi 60 anni di sacerdozio.
Se la storica pieve dei Santi Ippolito e Cassiano è infatti tornata a risplendere è anche grazie alla sua determinazione.
Instancabile nell’impegno e profondamente volitivo, appena arrivato a Scurano si era da subito impegnato per la ristrutturazione dell’antica Pieve, prima negli anni ‘80, con importanti lavori strutturali e il recupero degli antichi mobili presenti, e poi dopo che il terremoto del 2008 ne aveva compromesso l’agibilità.
A lui si deve anche il recupero dell’antico organo e, come ennesimo regalo alla comunità, aveva fatto aggiungere nel campanile la sesta campana. Un impegno che aveva dedicato anche agli interventi nelle altre parrocchie, andando a sistemare tutte le strutture. Una cura che riservava anche ai prati che circondano la chiesa e in tanti a Scurano lo ricordano a bordo del trattorino intento nello sfalcio dell’erba intorno alla pieve, al campo sportivo parrocchiale e nel parco giochi.
Tanti i volti e le storie conosciute nei suoi lunghi anni di sacerdozio. «Ho incontrato tante persone ed è più quello che ho ricevuto» spiegava allora.
Le suore Ancelle dell’Immacolata di Scurano per anni lo hanno accolto con cura e attenzione. Dal 2020 era a Villa Sant’Ilario, accudito dal parroco di Neviano don Giandomenico Ferraglia insieme a don Filippo Zappettini.
«Apparentemente era burbero, ma era un uomo buono, un cuore d’oro, di un’onestà cristallina – racconta don Ferraglia -. Si è speso per le parrocchie in tutti i sensi, come tempo, impegno e soldi. Mi manca, era un piacere stare con lui e anche in questo periodo non si è mai lamentato».
«Un presbitero attento alle sue comunità, sempre attivo e instancabile – aggiunge il sindaco Raffaella Devincenzi -. Alla pieve ha dedicato tutto il suo impegno e sarà difficile non vederlo più all’opera», conclude il primo cittadino.
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