Noceto
Noceto «Sii come un albero. Quando viene colpito da pietre, esso risponde dando i suoi migliori frutti».
Così Iliass Aouani, portacolori dell’Atletica Casone Noceto, ha risposto ai commenti razzisti che, incredibilmente, gli sono piovuti addosso sulla sua pagina Facebook dopo che domenica, a Barcellona, ha segnato il nuovo record italiano in maratona, correndo 42,095 km in 2h07’16’’. «Ma non è italiano», gli hanno scritto. «Lo abbiamo rubato alla federazione marocchina?».
E ancora «Un record italiano lo fa chi è nato in Italia», «Deve correre per il suo paese d’origine». Una collezione di frasi prive di senso e intrise del peggiore razzismo: quello che non guarda in faccia la realtà. E la realtà dice che sì, Iliass è nato in Marocco, dove ha vissuto per due anni prima di raggiungere il papà a Milano. Qui è cresciuto, come cittadino e come sportivo. Dopo il diploma scientifico si è trasferito negli Usa dove, continuando ad allenarsi, ha conseguito due lauree in Ingegneria. Nel 2021 è tornato in Italia e ancora oggi vive e si allena a Ferrara. Dall’anno scorso fa parte anche del gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre; ha rappresentato in più occasioni la nazionale di atletica e, nel 2021, è stato campione italiano nel cross, nei 10mila m, nei 10 km su strada e nella mezza maratona.
«Quattro titoli italiani non si inventano - ha commentato Graziano Adami, patron della Casone Noceto -. Abbiamo visto Ilias lavorare molto duramente per raggiungerli e i suoi successi sono meritati». Eppure per qualcuno così non è. Perché non è nato in Italia.
«L’Italia è un bellissimo Paese di gente di gran cuore - ha scritto Aouani sulla sua pagina Facebook-. Non amo chi approfitta dell’albero che, cadendo, fa più rumore della foresta che cresce per lanciare propagande che rappresentano l’Italia come un paese razzista. È ingiusto nei confronti dei veri italiani, che rappresentano il 99% della popolazione. Questi commenti sono un’indicazione di una mentalità limitata e una vita mediocre, persone che probabilmente non hanno mai fatto sacrifici nella vita e di conseguenza sono incapaci di riconoscere e rispettare i sacrifici altrui. La mia missione è quella di lasciare un impatto attraverso lo sport, insegnare che la diversità è una ricchezza e senza di essa non avremmo celebrato le ultime medaglie d’oro olimpiche».
«Non è la prima volta che ai miei risultati rispondono con questo tipo di commenti - ci ha detto -, ma normalmente non li prendo in considerazione, per non dargli un’importanza che non meritano. Questa volta è diverso. Gli stessi commenti arrivano anche a persone che possono per questo andare in crisi, farsi condizionare e non è giusto. Bisogna fare attenzione a quello che si scrive».
«So che i miei risultati sono frutto di tanto, tanto duro lavoro. La mia storia potrebbe ispirare i giovani e rendere orgogliosi gli italiani. Ma certe affermazioni ci commentano da sole».
Laura Ugolotti
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