Tardini
Nuovo stadio, facciamo chiarezza sui tanti dubbi che i parmigiani hanno, dopo mesi di presentazioni, dibattiti, confronti e dopo la chiusura di un percorso partecipativo caratterizzato da forti tensioni. Abbiamo posto all’Amministrazione una serie di domande sui temi «caldi» circa il percorso che porterà alla realizzazione del nuovo Tardini: rispondono il sindaco per gli argomenti generali e di visione e vari assessori, ognuno per i temi di propria competenza. L’obiettivo è proprio fare chiarezza: dalla localizzazione (mai messa in discussione: ma nonostante questo la gran parte degli interventi di chi contesta il progetto continua a riguardare la richiesta di costruire lo stadio altrove) alla durata della concessione, dalle modifiche al progetto adottate accogliendo le proposte dei cittadini al futuro della scuola Puccini-Pezzani, dalle attività commerciali previste agli eventi extra calcistici che saranno organizzati. Fino al cronoprogramma previsto per i prossimi passi: il primo sarà rappresentato dalla discussione in Consiglio comunale e dal voto sulla petizione presentata giovedì (probabilmente lunedì 3 aprile). A ruota (forse mercoledì 5) il voto in giunta sulla pubblica utilità.
Il tema della localizzazione – in teoria chiarito più volte – ha tenuto banco per tutte le riunioni del percorso partecipativo. Continua a non essere all’ordine del giorno?
Michele Guerra: «Ciò che abbiamo detto sullo stadio Tardini in campagna elettorale e abbiamo scritto nel nostro programma prendendo un impegno con gli elettori resta ovviamente valido. Lo stadio deve essere riqualificato nel luogo in cui è. Il confronto che in questi mesi abbiamo attivato con il Parma calcio, fin dalla prima lettera da me scritta alla società in estate, subito dopo il mio insediamento, è stato improntato a una rimodulazione del progetto rispetto a ciò che si era visto in passato, sia dal punto di vista architettonico, che urbanistico e della sostenibilità. Abbiamo fatto presente in modo chiaro quelle che erano le criticità e quelli che sono gli obiettivi che il Comune si prefigge perché la riqualificazione dello stadio rappresenti davvero un’opportunità per il quartiere, per la città e per il territorio e abbiamo trovato grande apertura, disponibilità a rivedere il progetto e a condividere le esigenze da noi presentate. Questa è la strada giusta per condurre in porto un vero progetto di riqualificazione, non invasivo né impattante in negativo, ma in grado di dare nuova vita a un’infrastruttura di questa rilevanza, sulla scorta di esempi virtuosi che stanno caratterizzando percorsi sulla necessaria rigenerazione degli stadi in Italia e in Europa. Il percorso partecipativo, che avevamo annunciato sempre nel nostro programma elettorale, ha contribuito a fornire ulteriori elementi a questo confronto».
È vero che c’è una trattativa per vendere l’area alla società?
Guerra: «No, ho già avuto modo di smentire questa notizia, non c’è alcuna trattativa in corso, saranno una concessione e una convenzione a regolare il rapporto con la società e il Comune rimarrà proprietario dello stadio».
Quanto è stato utile il percorso partecipativo, al di là delle tante tensioni che lo hanno caratterizzato?
Daria Jacopozzi: «Il percorso partecipativo è stato utile da vari punti di vista. Innanzitutto da quello politico poiché ha segnato la coerenza della nuova giunta rispetto al programma elettorale della coalizione. Una linea politica orientata sull’ascolto della città e dei quartieri per costruire meglio la città futura con tutte le sue sfide non poteva non avviare un percorso di coinvolgimento dei cittadini e anche dei comitati già formati. In secondo luogo l’utilità del dibattito pubblico è stata quella di permettere all’Amministrazione di assumere e valutare con serietà i diversi contributi arrivati dalla città sulla piattaforma e durante gli incontri. In questi mesi abbiamo approfondito come giunta e con gli uffici i diversi punti di criticità emersi dal Rapporto finale del coordinatore del percorso partecipativo. Su questi ed altri punti si sta costruendo una proposta articolata per il Parma calcio, che sarà inserita in una prossima delibera di giunta e che vincolerà l’interesse pubblico dell’opera in essa espresso».
Si va verso una demolizione completa del Tardini o alcune parti verranno “salvate”?
Francesco De Vanna: «Nei mesi scorsi abbiamo chiesto al Parma calcio di approfondire in modo più preciso questa possibilità, che pensiamo possa caratterizzare e qualificare il progetto definitivo. Vogliamo anche capire se alcune “parti” della struttura possono essere salvaguardate. In questo modo è probabile che parallelamente si riducano i costi di costruzione del nuovo impianto rendendo il Piano economico finanziario più solido e sostenibile. Il progetto è complesso e va da sé che, come giunta, non possiamo formulare valutazioni tecniche, che spettano agli uffici e ai professionisti, nel rispetto della distinzione delle funzioni; ma certamente abbiamo esercitato le nostre prerogative di indirizzo in modo molto chiaro formulando tempestivamente la nostra richiesta di approfondimento. A stretto giro avremo gli esiti di questo approfondimento che auspichiamo possa dare esiti positivi».
Quali tempi di cantiere si possono ipotizzare? E – tema molto caro ai tifosi – per quanto tempo i crociati dovranno giocare lontano da Parma?
De Vanna: «Il cantiere può ragionevolmente concludersi nel giro di due anni: è ciò che ci dicono gli elementi progettuali rilevanti già emersi nei mesi scorsi. Nelle prossime settimane il Parma calcio ci dirà se il cantiere potrà articolarsi per stralci, in modo da concentrare i lavori in specifici periodi dell’anno: in questo caso i lavori sarebbero diluiti nel tempo e non potrebbero concludersi prima del 2026, ma si potrebbe avere il vantaggio di intaccare solo in minima parte il campionato e le attività del quartiere».
È vero che all’interno del Tardini sorgerà un centro commerciale?
Marco Bosi: «No, lo abbiamo detto dal primo gior-
no che non avremmo mai realizzato uno stadio-centro commerciale. Esisteranno degli spazi commerciali di vicinato (negozi da 250 metri quadrati) per un totale di circa 2500 metri quadrati. I centri commerciali hanno sempre dimensioni molto più grandi, basti pensare al nuovo stadio di Milano dove l’ipotesi è 65.000 metri quadri di negozi».
Quali attività commerciali (o di altro genere) sono previste nel nuovo stadio?
Bosi: «Oltre al classico ristoro ci saranno alcuni piccoli negozi e ci piacerebbe fossero a tema sportivo, così come un museo del calcio e uno della storia dello sport di Parma che verranno realizzati nelle superfici commerciali. Infine penso sarebbe molto bello portare dentro lo stadio un centro di medicina sportiva, una funzione pienamente in linea con le funzioni principali».
Al di là delle partite del Parma, quali e quanti eventi verranno organizzati?
Bosi: «Abbiamo sempre detto che a Parma mancano contenitori adatti ai concerti, tema su cui con la giunta stiamo lavorando, e anche lo stadio può essere una delle opzioni per la stagione estiva. Si tratterebbe in ogni caso di quattro concerti all’anno da realizzarsi durante il periodo estivo quando il clima è più favorevole, il campionato è fermo e le scuole sono chiuse. Stiamo pensando a un’area fuori dal centro predisposta ai concerti all’aperto».
È confermata l’idea di concedere una concessione al Parma calcio per 90 anni?
Bosi: «Intanto è confermata la volontà di lavorare ad una concessione e non alienare il bene come ribadito dal sindaco. La durata emergerà dal piano economico finanziario del progetto definitivo, ma è stato chiesto al Parma calcio di lavorare affinché questa durata possa ridursi considerevolmente rispetto ai 90 anni e abbiamo trovato una sincera apertura da parte della società sportiva».
Cosa prevede la convenzione che Comune e Parma calcio sigleranno?
Bosi: «La convenzione regola ogni rapporto tra le parti: impegni reciproci, manutenzioni, attività autorizzate come il numero di eventi e di che tipo, costi, gestione spazi, gestione controversie e ogni altro aspetto che sia necessario definire i diritti e i doveri».
Come fa il Comune a verificare la solidità finanziaria del Parma calcio? Quali strumenti intende adottare?
Bosi: «È la legge stadi a prevedere parametri molto precisi di solidità economico-finanziaria da parte del soggetto proponente, oltre a un Piano economico finanziario che andrà asseverato da un istituto di credito. Ad oggi il Parma calcio ha dimostrato una grande solidità economica, basti pensare che non ha aderito alla possibilità di rateizzare le imposte relative agli anni Covid come previsto da una norma ad hoc di cui invece hanno fatto uso molte società sportive».
Nella malaugurata ipotesi di un fallimento, cosa ne sarebbe del Tardini?
Bosi: «Queste situazioni hanno un loro iter ordinario che è definito dalle procedure di diritto fallimentare. L’Amministrazione si riserverà il diritto a rientrare in possesso dell’area qualora sorgessero problemi di questo tipo. Sarebbe un ottimo segnale se il Parma riuscisse a pagare con risorse proprie più del 30% dell’importo lavori richiedendo quindi meno del 70% a mutuo che è il massimo finanziabile dal credito sportivo».
È vero che la scuola Puccini-Pezzani sarà demolita?
Caterina Bonetti: «La risposta è semplice: no. La demolizione della scuola Puccini-Pezzani non è mai stata all’ordine del giorno e le “voci di corridoio” che si sono susseguite in questi mesi sono infondate. Il quartiere ha infatti esigenza di questa struttura scolastica, esigenza che sarà presente anche nel momento in cui verrà realizzata e messa in servizio la scuola nel parco. Questo perché, anche in prospettiva, la popolazione scolastica del quartiere è tale da non poter essere assorbita interamente nella nuova struttura, che servirà ad ampliare anche l’offerta di stradario. Inoltre, avendo il Comune sempre maggior esigenza di spazi di rotazione per accogliere classi di scuole in ristrutturazione, qualsiasi spazio a uso scolastico dovesse venire in futuro a liberarsi nella zona verrebbe eventualmente riutilizzato a questo scopo».
Che tipo di cambiamenti, in termini di struttura, mobilità e svolgimento delle lezioni, avverranno durante e dopo il cantiere?
Bonetti: «Al momento non abbiamo chiaramente un progetto esecutivo, né un piano dei lavori che dovrà essere presentato dalla società all’amministrazione, quindi è difficile fare previsioni precise. Ciò su cui abbiamo da subito insistito nei momenti di interlocuzione con la società è l’esigenza di ridurre al minimo il disagio ambientale dovuto al cantiere. La scuola proseguirà negli spazi attuali le lezioni, in modo regolare, e per questo chiederemo che eventuali attività di particolare disturbo vengano realizzate nei periodi di sospensione delle lezioni. Quanto alla mobilità è allo studio, non solo per la scuola Puccini-Pezzani, ma per tutte le scuole cittadine, un piano che preveda la pedonalizzazione totale o parziale per fasce orarie delle strade di accesso. Questo per una maggior sicurezza di bambini e ragazzi e una maggior vivibilità degli spazi che, in questo caso, sono anche confinanti con un parco in uso alla scuola che potrebbe vedere una maggior valorizzazione».
Quali opere contate di chiedere al Parma calcio, per migliorare il quartiere?
Guerra: «Anche su questo versante abbiamo avviato un dialogo molto positivo con la società, che non ha mai fatto mistero di intendere il progetto di riqualificazione del Tardini come un progetto che deve produrre benefici nel quartiere su cui insiste. Dal punto di vista della sostenibilità energetica, è già emersa la volontà di fare dello stadio una grande comunità energetica che porterà indubbi vantaggi non soltanto alla struttura stessa, ma alla scuola e a parte del quartiere e stiamo ragionando di altri possibili interventi che possano riguardare le aree del parco Ferrari e altri spazi dalla forte funzione sociale».
Quando sarà adottata la delibera di giunta sull’interesse pubblico dell’opera e qual è il cronoprogramma che immaginate, da qui in avanti?
Guerra: «Ora seguiamo l’iter che è previsto dalla consegna della petizione, iscriveremo all’ordine del giorno di un prossimo Consiglio comunale questo punto, a beneficio di un confronto che continua a caratterizzare, in ogni ambito, l’agire di questa giunta. Poi, proseguiremo con le delibere e gli atti che riguardano più direttamente l’Amministrazione. Fatta salva la questione delocalizzazione, alcuni dei punti sollevati nella petizione sono già ampiamente attenzionati dai diversi assessori».
Claudio Rinaldi
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