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Sanità

Visite ad esami, quanto occorre aspettare. A volte davvero troppo

Visite ad esami, quanto occorre aspettare

di Monica Tiezzi

05 Aprile 2023, 03:01

Può capitare anche questo: chiedere una visita geriatrica per la mamma 91enne e vedersela fissata per... il 26 giugno 2024. Una prenotazione finita sulla scrivania del cronista.

Si è trattato di un disguido, spiegano dall'Ausl: «Il quesito diagnostico indicato dal medico nella prescrizione era generico e ciò ha indotto l’operatore addetto alla prenotazione, eseguita telefonicamente, a una ricerca di disponibilità non appropriata».

L'Ausl si è scusata con l'anziana per «l'anomalia», spiegando che «sono state adottate azioni di miglioramento». La signora, continua l'Ausl, «è stata già contattata e, chiarito l’accaduto, le è stata offerta una soluzione in tempi congrui».

Le attese oggi
Ma quanto durano oggi le attese nel nostro territorio per visite specialistiche ed esami? «Rispetto all'inizio del 2022, dopo la bufera Covid, in cui la situazione delle prestazioni accumulate era da panico, abbiamo fatto un gran lavoro - dice Massimo Fabi, direttore dell'Azienda ospedaliera universitaria di Parma e commissario Ausl - Siamo abbastanza soddisfatti, ma consapevoli che si può fare meglio».

Il monitoraggio regionale sui tempi di attesa nella nostra provincia (che include le prestazioni più richieste e quelle più problematiche, quanto ad attese) mostra un quadro accettabile. Anche se occorre considerare che questo «paniere» comprende solo una piccola parte di visite ed esami - e tutti a primo accesso - erogati annualmente dalle due aziende sanitarie direttamente o tramite soggetti esterni in convenzione: l'anno scorso il volume è stato di sei milioni e 129.879 prestazioni.

L'analisi settimanale
Dall'analisi settimanale dei primi tre mesi del 2023 risultano non erogate nei tempi stabiliti (che sono, per le prestazioni non urgenti, 30 giorni per le visite, 60 per gli esami strumentali, 90 per le mammografia e 120 giorni per le visite programmate, mentre le urgenze devono avere risposta entro 72 ore o, se si tratta di urgenza differibile, entro 10 giorni) la tac bacino, l'elettrocardiogramma Holter, la visita neurologica e la visita pneumologica. Per effetto delle compensazioni settimanali fra attese e tempi rispettati, la tabella di marzo 2023 (nel grafico a fianco) mostra tempi abbastanza in linea con le direttive nazionali: in giallo le prestazioni che sforano di 30 giorni i tempi medi di attesa, in verde quelle entro i tempi di attesa, in rosso (visita pneumologica) quelle che superano di più di 30 giorni il tempo medio di attesa.

Le specialità critiche
Antonio Balestrino, direttore del Distretto Ausl di Parma e coordinatore dei presidi ospedalieri della provincia, invita ad analisi su tempi lunghi, «poiché liste ed attese possono variare di molto di giorno in giorno, a seconda delle richieste e della disponibilità di posti». Ed ammette anche criticità non evidenziate dalla rilevazione regionale, ad esempio nelle visite oculistiche, dermatologiche e geriatriche, «campi per i quali è difficile trovare specialisti e ci sono posti scoperti», dice. Ma anche in cardiologia, fisiatria e allergologia. Mentre, per quanto riguarda le attese per pneumologia, Fabi ricorda che «la Clinica pneumologica non è più reparto Covid solo da poche settimane».

Le liste «sature»
I monitoraggi regionali sono in parte falsati anche da quella che Sabrina Bizzoco, responsabile unitaria dell'accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali interaziendali di Ausl e Azienda ospedaliera universitaria, definisce la «saturazione» delle liste: «Tutti i giorni mettiamo in agenda nuove disponibilità, ma può capitare che durante la giornata si esauriscano», spiega. Così, chi si presenta al Cup non ha neppure la possibilità di prenotarsi, seppur con tempi lunghi. E il fenomeno (che si verifica non di rado, ad esempio, per oculistica e dermatologia) non risulta nelle statistiche sulle attese.

Aumento di richieste
Sempre Bizzoco fa notare l'aumento di richieste di prestazioni nel raffronto fra il primo trimestre 2019 (pre Covid) e il primo trimestre di quest'anno: «A gennaio 2019 17.209 prenotazioni contro le 20.333 del gennaio di quest'anno. E a febbraio 2019 15.665 contro le 20.026 di febbraio 2023, con un aumento del 25%». Invecchiamento della popolazione, flussi migratori, attrattività della Regione, incremento della popolazione residente fra le cause del boom.

Balestrino spiega che, per contenere i tempi di attesa, «si lavora, pur restando nei budget, anche chiedendo più flessibilità al privato accreditato». Altra strategia - che dovrebbe avere un'accelerazione con il perfezionamento dell'unificazione delle due aziende sanitarie - sarà «mettere in rete i professionisti dei tre presidi ospedalieri, Maggiore, Vaio e Borgotaro, per avere un quadro chiaro per ogni singola disciplina, spostando sul territorio l'attività degli specialisti e creando punti di offerta nelle Case di comunità».

Fabi ricorda il positivo esperimento pilota del 2019 di Langhirano nei percorsi di oncologia, pneumologia, neurologia ed urologia: «Abbiamo capito che va incrementato il percorso dall'ospedale al territorio, anche con la telemedicina, mettendo a valore gli investimenti fatti durante il Covid», dice.

Prescrizioni appropriate
Se Balestrino rivendica che «le prestazioni strumentali non presentano grosse criticità», aggiunge che per le visite «c'è da calibrare l'offerta per renderla più aderente a richieste e segnalazioni. Ad esempio insistendo sull'appropriatezza delle prescrizioni».

Un lavoro che, aggiunge Bizzoco, si sta portando avanti da tempo con i medici, specie quelli di medicina generale, con linee guida e protocolli. «Molto è stato fatto, i professionisti rispondono positivamente, ma è una sollecitazione da fare in ogni occasione, un lavoro costante contro il rischio di iperprescrizione», conclude Balestrino.

Monica Tiezzi

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