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IL CASO

L'estorsione al venditore d'auto? «Non esiste»: il giudice libera i due senegalesi finiti in cella

L'estorsione al venditore d'auto? «Non esiste»: il giudice libera i due senegalesi finiti in cella

di Georgia Azzali

08 Aprile 2023, 03:01

Tre giorni in cella e poi la libertà. Finiti dietro le sbarre per aver spremuto soldi a suon di minacce a un venditore d'auto, i due ragazzi - uno 25 anni, l'altro 27, tutti e due senegalesi - sono tornati a casa dopo l'udienza di convalida dell'arresto.

Nessuna estorsione, secondo il gip, piuttosto sarebbero stati intrappolati in «una trattativa poco limpida», si legge nell'ordinanza che li ha rimessi in libertà. Il giudice ha infatti convalidato l'arresto, scattato il 29 marzo, ma ha detto no all'applicazione di una misura cautelare, ossia alla richiesta che rimanessero in carcere. Certo, l'arresto era legittimo, perché quanto meno c'era il fumus dell'estorsione, oltre alla flagranza, visto che i due erano stati bloccati dai carabinieri poco dopo che il venditore aveva consegnato a uno dei due una busta con dentro 500 euro. Su cosa ci fosse dietro quel passaggio di denaro, però, la storia scritta dal giudice non è quella raccontata dal dipendente della concessionaria, che aveva denunciato di essere stato costretto a consegnare 7.300 euro ai due senegalesi nel giro di pochi mesi.

Ma veniamo alla «trattativa» tra i due ragazzi, difesi dagli avocati Sabrina Cristoforidis, Francesco Mattioli e Maria Luisa Proietto, e il venditore.

Il 27enne aveva acquistato una Ford Fiesta usata con un finanziamento di 8.000 intestato non a lui, ma a un amico, e con un anticipo fittizio di 1.800 euro. Un contratto da cui emergono già le prime due anomalie, fa notare il gip, perché il venditore acconsente che il finanziamento sia intestato a un altro e mette nero su bianco una caparra che in realtà non ha mai ricevuto. Inoltre, la macchina avrebbe avuto in seguito alcuni guai meccanici. Anche il 25enne si era poi rivolto allo stesso venditore per l'acquisto di un'auto: una Mini usata, con un finanziamento ottenuto in un'altra concessionaria, ma grazie all'interessamento dello stesso venditore. L'auto, però, non avrebbe avuto il valore del finanziamento richiesto, così il 25enne aveva chiesto e ottenuto di cambiarla con una Bmw serie 1.

Cominciano così mesi di tensione, perché i due senegalesi sono convinti di essere stati truffati: di avere avuto due auto di valore inferiore rispetto ai finanziamenti sottoscritti. E per quanto raccolto finora nelle indagini, le loro pretese «non sono indebite», sottolinea il gip. Anzi, si potrebbe arrivare a un'azione di annullamento del contratto per dolo e anche alla richiesta di risarcimento del danno «per aver contratto - spiega il giudice - un finanziamento a condizioni diverse da quelle concordate». E sul registro degli indagati potrebbe ora finirci il venditore.

Georgia Azzali

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