Lutto
Ha chiuso gli occhi in braccio al papà giovedì sera. E si è addormentata per sempre in quella camera che l'ha vista crescere con le sue bambole.
Martina Schiavo aveva solo 30 anni. E li aveva compiuti il 17 marzo scorso: in Oncologia pediatrica all'Ospedale «Pietro Barilla» le infermiere, i medici con i volontari di «Giocamico» e gli altri pazienti le avevano preparato una bellissima festa, piena di regali e la torta. Martina era così felice che non pensava più alla sua malattia. E a distanza di un mese si porterà con sé le emozioni di quel giorno. Insieme a un peluche e a un mazzo di margherite che mamma Cristina ha raccolto per lei in un campo e che ora tiene tra le mani in quella sala del commiato dove riposa.
Martina con quella malattia c'era nata. Una malattia genetica: la neurofibromatosi tipo 1 (NF1), che le aveva procurato nel tempo diversi problemi, costretta a numerosi ricoveri. Ma nonostante la fatica a camminare e le sofferenze, Martina non si era mai persa d'animo: amava la vita, amava il mare e adorava gli animali: i suoi tre gatti e la passione per i cavalli. Dopo le scuole al Maria Luigia, alla Fra Salimbene e il diploma al Giordani nell'indirizzo sociale, Martina aveva svolto più volte l'animatrice: «I bambini stavano bene con lei - dice papà Vito, barista all'O' Bistrot di piazza Garibaldi -. Quando arrivava, le correvano incontro. Ed era sempre pronta per portare un dono a un nuovo nato. Martina era molto dolce e di una generosità senza limiti. Collezionava bambole, ne aveva centinaia e le curava una ad una: ora che non c'è più le offriremo all'associazione Giocamico. Anche per la festa di compleanno all'Ospedale dei Bambini, alla presenza della dottoressa Bertolini che tanto l'ha curata, le hanno regalato delle bambole. E Martina era contentissima».
«Non potevi non volerle bene - sospira ancora Vito -, lei che voleva bene a tutti, incapace di arrabbiarsi e di dire una sola parolaccia». Una ragazza a cui piaceva volare: Vienna, Praga, Londra e Parigi. Il suo sogno era andare a New York, ma non ci riuscirà. Sogni, emozioni, ogni incontro era motivo per un sorriso: al centro estivo come in vacanza a San Terenzo con i nonni. Una ragazza con un immenso dono: sapeva sempre come rendere felici gli altri, nonostante dovesse ingoiare il peso della malattia: «Amore mio - scrive mamma Cristina, infermiera al Maggiore - sei volata via come una fatina rosa che spargerà su di noi polvere d'amore. Sei stata la figlia più meravigliosa che potessi avere. Mi hai dato un amore impagabile. Ora devo andare avanti con il tuo insegnamento, la tua forza, il tuo coraggio e il tuo bellissimo sorriso. Ti amerò oltre l'infinito». Lunedì alle 15 nella sala del commiato si terrà la benedizione. Le ceneri saranno portate a Pitelli nel Golfo di La Spezia, nel cimitero che guarda quel mare così caro a Martina.
Mara Varoli
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