Aveva 60 anni
Ieri i suoi ragazzi dell'Inter Club hanno voluto osservare un minuto di silenzio prima della partita contro la Virtus. E gli sguardi si sono rivolti al cielo: «Anche da lassù il mister ci guarderà». Lui, che era «il bomber» e che il tempo lo aveva consegnato ai giovani per insegnare sì il gioco del pallone, ma nel rispetto dell'avversario.
Aveva 60 anni Francesco Selis e una carriera da allenatore promettente, ma a fine dicembre è stato colpito improvvisamente da un male di natura neurologica e venerdì è morto in un letto della Rianimazione. Tre mesi appena, senza poter tornare sul «campo», almeno una volta. Il mondo del calcio è in lutto, quello della provincia di Parma ma anche quello della sua amata Sardegna. Francesco Selis era nato a Siniscola in provincia di Nuoro il 13 novembre del 1962. A 17 anni era arrivato nella nostra città per raggiungere la sorella Luisella, allora studentessa universitaria. Ma dopo la scuola il servizio militare lo aveva richiamato in Sardegna nella Marina militare. Da lì a poco, il ritorno a Parma e in tanti lo ricorderanno come commesso dei principali negozi di moda del centro: sì, perché oltre alla gentilezza e a quel suo saper fare, Francesco Selis era anche molto bello. Una presenza che non passava inosservata. Dopo un periodo in cui aveva lavorato come operaio, Selis era entrato come tecnico di laboratorio di Ematochimica al Maggiore.
Ma era il calcio il suo punto di forza: tante le volte che era stato premiato come miglior capocannoniere del torneo, persino Stefano Pioli lo aveva omaggiato di una targa. Francesco aveva giocato in tante squadre, dal Montanara all'Astra fino alla Giovane Italia, e ancor prima nella Nuorese in serie D, nella Cervarese e nella Marina Militare. «Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia» cantava De Gregori e Francesco quella grinta sapeva tirarla fuori per correre più veloce del vento. Come ieri e come sarà.
Tant'é che la nostra «Gazzetta» in un articolo lo aveva elencato tra i giocatori di una formazione ideale: era la stagione 1979-'80 e Selis compariva come miglior punta. I favolosi undici, riconosciuti per i valori tecnici, agonistici e fisici, «sorretti da una serietà di intenti che richiede buona volontà ed impegno morale». E per l'impegno e i valori Francesco Selis era un esempio. Era così orgoglioso di aver conquistato il patentino dell'allenatore con l'attestato di Aiac Uefa C, perché quella era la strada del suo brillante futuro. Fino all'improvvisa malattia era infatti il mister dell'Inter Club Parma Juniores e la stima condivisa da giocatori e colleghi: un allenatore che sapeva far crescere i suoi ragazzi come calciatori e come uomini. «Prima la Juniores l'allenavo io - spiega il presidente dell'Inter Club Vanni Villa - e quando ho smesso ci tenevo a trovare una persona giusta. E Francesco è subito entrato in sintonia con tutti, anche con quelli che più spesso rimangono in panchina: era capace di coinvolgerli tutti. I ragazzi oggi sono molto abbattuti».
«Ci teneva tanto che tutti i suoi giocatori fossero bravi in campo e bravi a scuola - dice la sorella Luisella -. Aveva un grande senso dell'amicizia: mio fratello sapeva coltivare gli affetti. Era sempre gioviale, generoso e accoglieva tutti con un sorriso. Amava viaggiare, la campagna intorno a Parma dove abitava, la montagna e soprattutto la sua Sardegna, dove tornava sempre per le vacanze: il mare cristallino, le spiagge bianche di Siniscola, i suoi amici d'infanzia e i compagni della squadra di calcio del paese, dove aveva giocato prima di arrivare alla Nuorese». Anche l'amico Enrico Frambati non lo dimentica: «Francesco era un buono, non si arrabbiava mai - sottolinea Frambo dj -. Aveva un carattere speciale, perché socializzava con tutti. Un carattere impreziosito dalla sua innata simpatia, con la quale ha arricchito tante mie serate». Un uomo che trasmetteva sicurezza: «Francesco aveva una voce profonda e bella - ricorda la compagna Susanna - ed era molto ironico: in compagnia era sempre divertente e portava allegria». La scomparsa di Francesco Selis lascia nel dolore insieme a Susanna, la figlia Pamela con Gabriele e Riccardo, la sorella Luisella con Alessandro e Giovanni, e tanti amici. I funerali si svolgeranno domani alle 10.45 partendo dall’Ospedale Maggiore per il Tempio di Valera.
Mara Varoli
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