LE CARTE DELL'INCHIESTA
Uomini e donne avvicinati davanti ai Sert di Parma e Fidenza. E un altro che dormiva sotto ponte Italia. I prestanome da mettere a capo delle società cartiere, le scatole vuote che emettevano valanghe di false fatture, potevano avere qualunque età e patria, «purché tossicodipendenti o persone che si trovavano in situazione di particolare svantaggio fisico, normalmente erano persone non molto lucide o presenti a se stesse». Parole di Fabrizio Campanari, interrogato l'11 maggio e il 14 giugno 2022, prima di finire ai domiciliari lunedì scorso, dopo l'operazione portata avanti dalla Guardia di finanza. Uno dei promotori, secondo la procura e il gip, dell'associazione a delinquere nata con un unico obiettivo: consentire a varie aziende sparse da Nord a Sud di dribblare le maglie del fisco incamerando generose «commissioni» per i servizi svolti.
Oltre a Campanari, Faouzi Zekri e Vincenzo Acampa, tutti ai domiciliari, ci sono i nomi di Alessandro Vitale, già implicato nella vicenda Aqualena, e di Matteo Allegri, entrambi in cella. E' lo stesso Campanari che nei due interrogatori, riportati in parte nell'ordinanza di custodia cautelare, rivela come avveniva il reclutamento delle teste di legno, anche se scarica la responsabilità su Vitale. «Faccio l'esempio di ...., che era un barbone che viveva sotto ponte Italia - sottolinea -. Venne reclutato in stazione forse da Allegri, ma non so dirlo con precisione, e venne utilizzato come prestanome in alcune società riconducibili a Vitale Alessandro».
Un clochard che poi, come annota il gip, non fu portato davanti a un pubblico ufficiale per firmare atti societari e di cui non sarebbe possibile dire se avesse dei deficit psichici. Tuttavia, con una copia del suo documento di identità, Allegri avrebbe stilato verbali di assemblee societarie e scritture private. Quindi, se non è stato circuito, sicuramente è stato «ingannato», anche secondo il gip.
Nessun dubbio, invece, sull'assoluta inconsapevolezza di altre due persone, un uomo e una donna seguiti dal Sert (ora SerDP) ed entrambi assistiti da un amministratore di sostegno. A finire nei guai, nel luglio del 2019, era stato proprio l'uomo: pur se affetto da seri deficit psichici, si era ritrovato indagato per circonvenzione di incapace, in concorso con altre persone, nei confronti della donna che in quel periodo frequentava e con cui condivideva la stessa fragilità. Ma la querela della sua amministratrice di sostegno - e l'indagine che poi ne è scaturita - hanno fatto emergere il retroscena. Dopo essere stato avvicinato da Allegri, a sua volta aveva convinto la fidanzata ad andare in alcuni studi notarili a Parma per firmare degli atti. Risultato? Lui si è ritrovato alla guida di cinque società e socio di una srls, mentre lei è diventata amministratrice unica di altre due compagini societarie, oltre che intestataria di un conto corrente. «Così potrai guadagnare bene», le aveva detto il fidanzato per convincerla ad andare a firmare gli atti dal notaio.
In realtà, ai prestanome andava tutt'al più qualche mancetta. Solo briciole, ma molti guai per i problemi che potevano emergere nelle società cartiere. Perché, come ha specificato Campanari durante le indagini, si trattava di «carne da macello», prestanome da utilizzare esclusivamente per le società destinate a fallire.
Georgia Azzali
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