Borgotaro
«Quando l’emergenza Covid sarà chiusa, riapriremo i punti nascita di Castelnovo Monti, Porretta, Pavullo nel Frignano, Borgotaro. Facemmo un errore: rimedieremo».
Sono rimaste scolpite nella memoria della montagna, le parole del presidente di Regione Stefano Bonaccini a marzo del 2021. Dichiarazione che seguì quella storica del gennaio 2020, quando lo stesso governatore (dopo l’invisa decisione di chiudere i Punti avvenuta a ottobre del 2017) aveva annunciato di aver predisposto un protocollo sperimentale da «inviare al ministero della Salute che prevede il rapido avvio di un percorso – protetto e sicuro – per consentire a un largo campione di donne, su base volontaria, di partorire nei quattro punti nascita di montagna».
Interrogato sull’iter, a fine aprile del 2022, l’assessore regionale competente Raffaele Donini aveva assicurato: «La nostra volontà rimane quella di proseguire il percorso di riorganizzazione dei Punti nascita». Tra il dire e il fare però si messa di mezzo la politica nazionale. Con la caduta del governo Draghi e la successiva campagna elettorale balneare, si è ripetuto il copione tutto italiano degli stop & go causa cambio degli esecutivi e così la montagna parmense attende ancora che si dia corso alla promessa riapertura. Che si stia lavorando in questa direzione è tuttavia certo, visto che sono stati annunciati passi in avanti dal parlamentare Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio e firmatario di una recente risoluzione approvata dalla Commissione affari sociali della Camera dei deputati.
Ad agitare le acque, però, la nota caustica dell’ex consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Lorenzo Tosi (già coordinatore per il territorio di Traversetolo, ha lasciato il partito a settembre del 2022), che si è fatto portavoce di alcuni cittadini dell’Alta Valtaro «ormai stanchi - sostiene - di non essere ascoltati». Un paio di settimane fa, infatti, informa lo stesso Tosi, alcuni meloniani della montagna «hanno inviato al Ministero della Salute, ai consiglieri regionali di FdI, all’onorevole Foti, al presidente Bonaccini e all’assessore Donini, la richiesta di riapertura del Punto nascita di Borgotaro. Si è chiesto al ministero di intercedere affinché la nuova normativa, facendo venire meno le ragioni della sospensione, venga fatta rispettare in quanto lo stesso piano di fattibilità positivo è già sui tavoli del ministero e la Regione ha più volte dichiarato di attendere da loro la risposta».
Posizione, quella della Regione, già espressa in altre occasioni e più volte ribadita (ieri dall'ufficio dell'assessore Raffaele Donini «no comment»). La palla, insomma, è nel campo del centrodestra di governo, al quale Tosi non manca di ricordare: «Spesso le promesse elettorali sono parole buttate al vento. Ricordiamo che anche la nostra premier si era fatta carico di risolvere l’annoso problema. Se è vero che la competenza è della Regione, è anche vero che essendo Fratelli d’Italia al governo, le promesse vanno mantenute. Chiediamo a gran voce la riapertura del Punto nascita di Borgotaro».
Interpellati per un commento sulle parole tutt’altro che morbide dell’ex compagno di partito, dalla Valtaro fanno notare che «Fratelli d’Italia, grazie al capogruppo alla Camera Tommaso Foti, ha fatto approvare all’unanimità una risoluzione parlamentare affinché siano modificati i parametri nazionali per la riapertura dei Punti nascita di montagna con meno di 500 parti (all’anno, ndr)». A rimarcare il lavoro svolto, il responsabile regionale di Fratelli d’Italia per le politiche della montagna Rodolfo Marchini: «È stato svolto un lavoro responsabile e serio, da cui discenderanno gli atti conseguenti del governo nazionale e del Comitato nazionale Punti nascita. Per quanto riguarda i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, sono già più volte intervenuti a sollecitare la Regione perché onorasse gli impegni presi dal presidente Bonaccini, e ora non avranno certo bisogno dei proclami di Lorenzo Tosi per svolgere la loro azione efficace e tempestiva».
Anche per il sindaco di Borgotaro, il compito di sciogliere il nodo è in mano all’esecutivo centrale e dell’organismo Stato-Regioni: «In qualsiasi momento, il governo – ha detto Marco Moglia - può modificare la norma e contestualmente mettere a disposizione delle Regioni e delle Asl le risorse necessarie per permettere la riapertura dei Punti nascita in quelle località che, per ragioni orografiche e territoriali, sono distanti dal primo ospedale accessibile. Finora si è tenuto conto del fattore sicurezza solo in termini del numero dei parti, ma non anche delle criticità legate a distanze e condizioni stradali».
Monica Rossi
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